Alessia Tognolli alle Olimpiadi di Rio

Scherma. L’ex sciabolatrice veneziana sarà arbitro delle gare paralimpiche

VENEZIA. La Federazione internazionale di scherma paralimpica ha premiato il movimento italiano indicando tre arbitri per i Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro 2016, e tra questi c’è la veneziana Alessia Tognolli. In Brasile andrà con i colleghi Daria Marchetti e Massimo La Rosa, dal 12 al 16 settembre. Per Alessia Tognolli, campionessa del mondo a squadre di sciabola nel 1999 a Seoul (Corea del Sud) e sul podio in altre edizioni di Mondiali ed Europei, si tratta di un risultato giunto dopo anni di impegno sulle pedane italiane e internazionali della scherma paralimpica. Un giusto riconoscimento a una attività, quella degli arbitri, che talvolta sembra passare in secondo piano rispetto a quella agonistica.

«Da bambina» racconta Alessia Tognolli, «come la maggior parte delle ragazze della mia età ho fatto ginnastica artistica e danza classica, ma niente mi ha completato come la scherma. All’inizio era solo uno sport fra tanti, poi si è trasformato in passione e sfida giorno per giorno. I maestri mi vedevano come una ragazza timida ma con una volontà e la dedizione che ha superato ogni ostacolo. Una disciplina che mi ha insegnato e aiutato ad avere più fiducia in me stessa e lottare per le cose in cui credo. Mi ha dato tante gioie, molti dolori e delusioni. Mi ha mostrato il mondo, come è grande e come può essere piccolo allo stesso tempo. Come atleta ho avuto grandi soddisfazioni».

Poi la scelta dell’arbitraggio e tra pochi mesi lo sbarco a Rio de Janeiro. «Prima ho fatto il corso per diventare tecnico di scherma olimpica e paralimpica» aggiunge, «e mi ha dato una grande gioia condividere l’apprendimento con gli altri colleghi e atleti. È molto più di un insegnante, il tecnico di scherma è anche esempio, educatore e guida, e mi piaceva pensare di poter dare ai giovani ciò che io stessa al loro posto ho ricevuto a mio tempo. L’arbitraggio è nato dalla voglia di rimanere in questo settore non potendo più insegnare a causa del mio lavoro. La scherma in carrozzina mi ha fatto vedere il mondo ancora più colorato, con atleti che non si lamentano molto delle difficoltà, superano ostacoli e si allenano duro con il sorriso e una gran voglia di emergere. Andare a Rio 2016 è il risultato di sacrificio e impegno, ed è molto più di un obiettivo prefissato: è la realizzazione di un sogno». (s.b.)

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