Treviso, messa con il vescovo alla stazione dei bus: «Non dimentichiamoci degli ultimi»

Oltre duecento persone alla cerimonia con i rappresentanti di Ceis, Caritas e comunità di Sant’Egidio

Il vescovo durante la celebrazione
Il vescovo durante la celebrazione

«Città dove rischi di essere solo ed anonimo, città dove non riesci a stare al passo con i più veloci e fortunati. Città indifferenti, dove puoi anche vivere da invisibile. Città ricche e città diseguali, città luminose e città buie. Città ospitali e città fredde. Città tenere e violente. Città ciniche e città di fede. Le nostre città sono un po’ tutto questo, tutto potrebbero accogliere, di molto hanno paura».

Un invito a non voltarsi dall’altra parte davanti a chi soffre, per rendere Treviso una città più accogliente, intesa come comunità di persone che si aiutano l’uno con l’altro. Questo il messaggio che il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, ha rivolto ai cittadini durante la messa della vigilia di Natale  alla stazione delle corriere di via Lungosile Mattei. 

Alcuni momenti della cerimonia
Alcuni momenti della cerimonia

Oltre duecento le persone che anche quest’anno hanno partecipato alla cerimonia nel luogo dove solitamente si succede un via vai di bus trasformato per una sera in un luogo di riflessione. La messa è dedicata agli ultimi, a chi vive ai margini e che «abbiamo il dovere di non dimenticare» sottolinea Tomasi che trascorrerà la sera della vigilia con gli ospiti della comunità di Sant’Egidio.

Presenti alla cerimonia le realtà cittadine che più si occupano di persone in situazioni di difficoltà: in primis Ceis Treviso, cooperativa che gestisce nella Marca strutture di accoglienza, sostegno terapeutico e riabilitazione per persone con problemi di dipendenze e salute mentale, Caritas Tarvisina, organismo pastorale della Diocesi di Treviso, e appunto la comunità di Sant’Egidio, storica realtà dedita al sostegno dei soggetti più fragili. 

 

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