San Marco, cibo ai piccioni. Cacciari furioso con i turisti

Passeggiata a San Marco con sfuriata per il sindaco Massimo Cacciari, a causa dei piccioni, con cui non va proprio d’accordo. Attorno alle 13.30, è arrivato in Piazza, pantaloni di velluto e spolverino, accompagnato da una bella ragazza. Di fronte a loro ci sono almeno due o tre gruppetti di allegre famigliole che si divertono a tirare briciole di pane ai caratteristici volatili, in barba a ogni divieto comunale. E scatta l’ira. Cacciari si avvicina ai turisti, alza la voce, inizia a gesticolare con energia. E, oltre a spiegare che i piccioni, a riempirsi la pancia, ci pensano da soli, aggancia al rimprovero toni polemici.
A cercare di calmarlo, arriva, neanche farlo apposta, proprio un colombo, che si appoggia teneramente sulle sue spalle. Non ce la fa più, con un’alzata di braccio lo scaccia via e appena finisce di arrabbiarsi con una famiglia, va da un’altra, e via di nuovo con il sermone. Stupiti, meravigliati, attoniti gli sguardi di turisti. Gli italiani, perché chi mai può immaginare di trovarsi di fronte Cacciari proprio di domenica; gli stranieri perché forse non si sono resi conto in tutto e per tutto di che cosa stava accadendo. Ed il sindaco non esita un minuto ad inforcare il suo cellulare e far scattare una telefonata: «Me ne mandi almeno uno, ne basta solo uno per dire a questi deficienti di smetterla! Non è possibile!» Si riferiva ai vigili, che, proprio a quell’ora, si erano appena allontanati dalla Piazza per la pausa pranzo.
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