Sfruttamento della prostituzione: arrestate due maitresse
Due donne ai domiciliari, una terza con l’obbligo di dimora: facevano prostituire delle ragazze in appartamenti a Spresiano e Campagna Lupia

Pubblicizzavano l’attività su siti internet riservati a chi cercava prestazioni sessuali a pagamento e poi, via telefono, fornivano ai potenziali clienti le indicazioni su come raggiungere l’ingresso dei locali dove una serie di giovani donne orientali si prostituivano. Per un anno e mezzo, quattro maitresse cinesi, tra i 47 e i 55 anni, hanno favorito e sfruttato la prostituzione di una mezza dozzina di giovani cinesi, in due immobili presi in affitto: uno in piazza Mauro Sordi a Spresiano e l’altro in piazza Giovanni Amendola a Campagna Lupia, in provincia di Venezia.
Nella giornata di ieri la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due cittadine cinesi, classe ’75 e classe ’78, e della misura dell’obbligo di dimora nei confronti di un’altra cittadina cinese classe ’78, tutte e tre ritenute presunte responsabili – unitamente ad un’altra connazionale denunciata in stato di libertà - di sfruttamento della prostituzione esercitata da connazionali tra le province di Treviso e Venezia.
Nel corso dell’indagine sono state sentite decine di clienti che frequentavano i due “bordelli”. In base alle indagini, per mantenere la massima riservatezza, le maitresse avevano schermato le finestre in modo che nessuno potesse intuire dall’esterno l’attività in quegli appartamenti. La mezza dozzina di cinesi, tre delle quali sono state identificate, che si prostituivano nei locali presi in affitto, praticavano qualsiasi tipo di prestazione con tariffe “popolari” che variavano dai 20 ai 70 euro.
L’indagine della Squadra Mobile – coordinata dalla Procura della Repubblica di Treviso - è iniziata lo scorso mese di ottobre a seguito di una segnalazione anonima e ha portato alla luce un’organizzata e collaudata attività criminale finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, alla quale hanno partecipato attivamente tutte e quattro le indagate, attraverso la gestione di tre locali, due nella provincia di Treviso (Treviso città e Spresiano) ed uno nella provincia di Venezia (Campagna Lupia), anonimi e privi d’insegna, all’interno dei quali avveniva un vero e proprio turn over di cittadine cinesi, messe a disposizione dei clienti in cerca di prestazioni sessuali.
Il pagamento delle prestazioni avveniva in favore delle quattro indagate che, secondo quanto emerso in fase d’indagine, si occupavano di gestire tutte le fasi dell’attività: procacciamento delle donne, inserimento di annunci a chiaro contenuto sessuale in piattaforme dedicate, fino alla “gestione” quotidiana delle connazionali, che venivano accompagnate nei rari spostamenti fuori dai locali, dove permanevano per gran parte della giornata.
Al termine dell’articolata attività di indagine della Squadra Mobile di Treviso, la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto l’emissione di idonee misure cautelari nei confronti di tre delle quattro indagate, misure eseguite nella giornata di ieri dalla Polizia di Stato.
Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro gli appartamenti ed i documenti trovati al loro interno. Al vaglio anche la posizione dei proprietari degli appartamenti dati in affitto ma pare proprio che fossero completamente all’oscuro dell’attività che vi si svolgeva al loro interno.
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