Regionali Veneto, un elettore su due sceglie di non andare a votare
L’affluenza definitiva si ferma al 44,64%, oltre 16 punti in meno rispetto al 2020. Belluno rimane la provincia meno partecipante: ecco tutti i dati

L’affluenza alle regionali del Veneto 2025 si ferma al 44,64% alle ore 15 di lunedì, quando si sono concluse le operazioni di voto. È un dato che conferma un trend ormai consolidato: più di un veneto su due ha scelto di non votare.
Tutte le province mostrano una partecipazione contenuta, con Verona, Venezia e Treviso attestate attorno al 44-43%, mentre Padova segna il dato più alto (49,04%), pur restando molto distante dai livelli del passato. Belluno rimane la provincia meno partecipante, con un 35,29% che segnala un disinteresse particolarmente marcato.
Il quadro complessivo della regione restituisce dunque un’immagine di scarsa mobilitazione, in linea con quanto osservato negli ultimi anni a livello nazionale nelle tornate amministrative e regionali.
Il confronto: dal 61% del 2020 al 44% del 2025
Il dato assume ancora più peso se confrontato con la precedente tornata regionale del 2020. Allora, alla stessa ora, l’affluenza si attestava al 61,16%, oltre sedici punti in più rispetto a oggi. Il calo è generalizzato in tutte le province: Padova perde oltre 16 punti, Venezia ne lascia sul terreno quasi 19, Verona 17. Vicenza e Treviso seguono la stessa tendenza, confermando che la flessione non è un fenomeno territoriale circoscritto ma regionale e strutturale.
Il 2020 beneficiava anche dell’effetto “traino” della conferma del presidente uscente in un contesto politico molto polarizzato, mentre il 2025 registra un clima più fiacco dal punto di vista della competizione. Tuttavia il divario resta troppo ampio per essere attribuito a un singolo fattore: la disaffezione verso il voto regionale appare ormai stabile e profonda.
Uno sguardo al passato: quando votava quasi il 95% dei veneti
Per comprendere la portata del calo basta guardare la serie storica. Nel 1970 votava il 94,6% degli aventi diritto; nel 1975 addirittura il 95,1%. Per oltre due decenni l’affluenza alle regionali rimase sopra il 90%, un livello oggi impensabile. Il primo vero cedimento arrivò negli anni Novanta, con il 75,6% del 2000, seguito da una discesa costante: 72,4% nel 2005, 66,4% nel 2010, fino al crollo del 2015, quando la partecipazione toccò il punto più basso della serie, 57,2%.
Il leggero recupero del 2020 – spinto anche dal contesto politico e dalla presenza di un presidente fortemente radicato – aveva fatto sperare in un’inversione di tendenza. Ma il dato del 2025 conferma invece che il ciclo discendente dell’affluenza non si è mai davvero interrotto.
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