Manildo sconfitto esulta per la crescita del Pd: «Siamo vicini al 30%, risultato storico in Veneto»
Il candidato del centrosinistra ha chiamato il neo presidente Stefani per congratularsi. Quanto ai dem: «Il partito è la colonna vertebrale della coalizione». Preoccupazione per l’astensione e attenzione al voto Szumski. «Resterò in Consiglio regionale, il Veneto è cambiato»

Il Partito Democratico torna a crescere in Veneto e si avvicina alla soglia del 30 per cento, un risultato che il candidato del centrosinistra Giovanni Manildo definisce “storico” dopo anni di flessione. Dalla sede regionale dei dem, in via Beato Pellegrino a Padova, Manildo – arrivato insieme alla sua famiglia – commenta i primi dati e parla di «un PD che rialza la testa, diventando la struttura portante della coalizione».
«Il Partito Democratico ha fatto un ottimo lavoro – afferma – e questo risultato dimostra che il partito è stato la colonna vertebrale dell’alleanza. Ho sentito Elly Schlein: siamo molto soddisfatti di aver raggiunto il 30 per cento».
Sul forte astensionismo Manildo non nasconde le preoccupazioni: «Penso ci sia un tema di fiducia. In Veneto c’è una disaffezione profonda che deve interrogare tutti. Con responsabilità dobbiamo trovare il modo di riavvicinare i cittadini alla politica”. Cita anche l’avanzata della lista Szumski, oltre il 5 per cento: “Ha intercettato sacche di rabbia, ed è un dato da tenere in grande considerazione».
Secondo Manildo, il voto segna un cambio di fase per il Veneto: «Questo laboratorio, questo grande cantiere di forze democratiche, ha invertito una tendenza che sembrava inevitabile. Il Veneto è cambiato e ha esigenze totalmente diverse rispetto a cinque o dieci anni fa. La nostra coalizione propone un’idea di Veneto diversa da quella finora dominante, e il risultato numerico ci dà forza nel percorso per ridisegnare la regione».
Sulla campagna elettorale parla di “un primo tempo” che ha posto basi solide: «Volevamo invertire la tendenza e non essere più minoranza. Sono molto orgoglioso del lavoro fatto: sviluppo economico, sanità, ambiente, giovani. Questo è il vero capitale umano che abbiamo costruito».
Manildo conferma che resterà in Consiglio regionale: «Sarò il portavoce dell’opposizione. Sono felice di aver messo in rete, insieme ad Andrea Martella, tutte le forze di questo campo progressista. Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: lo abbiamo detto dall’inizio, ed è così che proseguirà questo cantiere». Un passaggio anche per il nuovo presidente Stefano Stefani: «Gli ho fatto i miei auguri. Il Veneto è cambiato: gli ho chiesto di prendersi cura delle nuove sensibilità emerse».
Sul futuro del centrosinistra, Manildo ribadisce la necessità del campo largo: «Una coalizione così ampia e ricca di valori aiuta a far emergere il meglio delle istanze che arrivano dal basso. Devo ringraziare tutte le componenti: ci hanno permesso di avere uno sguardo più vasto su temi come salario minimo, impresa, ambiente e dignità. Sono fortemente unitario e convinto che il campo progressista sia la strada. In questi mesi abbiamo trovato sintesi alte». Relativamente al Consiglio regionale: «Non abbiamo ancora i dati definitivi, ma posso dire che saremo molti di più. Sarà una scossa: con più forze potremo mostrare un’altra faccia del Veneto e lavorare per una vera alternativa».
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