Palazzo Ducale, rischio di crolli

Comune e direzione dei Musei hanno programmato verifiche serrate anche sulla facciata da cui è volato il macigno
La facciata rinascimentale di palazzo Ducale sul rio della Canonica è a rischio. C'è il pericolo concreto di crolli dall'alto e cedimenti. Tanto che ieri Soprintendenza, Comune e Direzione di Palazzo Ducale hanno deciso di avviare un intervento urgente di protezione sul lato est, quello che dà sul rio del ponte dei Sospiri. Sarà messa sotto stretta osservazione anche la facciata sud del Palazzo, quella verso il Bacino San Marco e il Molo da dove si è staccato il pezzo in pietra d'Istria, con un intervento pilota per sperimentare nuove tecniche diagnostiche in profondità. Due interventi che costeranno 500 mila euro, già stanziati ieri dal ministero dei Beni culturali e dal Comune.

«Vista la criticità dei monumenti di piazza San Marco», hanno concordato al termine della riunione l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz, la soprintendente Renata Codello e il direttore dei Musei civici Giandomenico Romanelli, la responsabile dei restauri Daniela Andreozzi, «è necessario dar vita in tempi brevissimi a un piano di monitoraggio e di costante manutenzione dei paramenti di palazzo Ducale e della Piazza».

Ma l'episodio di sabato, con l'improvviso crollo di una parte dell'arcata del finestrone del Ducale, non è stato un caso isolato. Potrebbe capitare di nuovo, e magari in qualche edificio antico meno «visibile» del Ducale. Che fare? «Occorre prima di tutto avviare un piano di manutenzione programmata», dice l'assessore Rumiz, «cominciando dagli edifici medievali della Piazza, quelli messi più a rischio dal tempo e dall'usura.


Il ferro.
A provocare la caduta del pezzo di pietra d'Istria, pesante mezzo quintale, è stato il cedimento di un perno in ferro che sosteneva l'arco dall'interno. Un sostegno consumato dalla ruggine di otto secoli. Durante i restauri ultimati nel 2003 nessuno si era accorto della sua precarietà? «Mi pare difficile», dice Romanelli, «negli edifici medievali com'è questa parte del Ducale si è scoperta di recente una grande quantità di ferro. E solo da poco tutto questo si comincia a studiare».
Monitoraggi. Insomma, avvertono i tecnici, è adesso necessario monitorare di continuo i monumenti, specie quelli più antichi. Le tecniche ci sono, mancano un piano e finanziamenti adeguati. «Ma ci vuole una cultura della manutenzione», dice Romanelli, «i grandi interventi non bastano. Occorrono indagini sofisticate e continue. E non sono soldi buttati: oltre alla sicurezza e al restauro è un modo per conservare il patrimonio inestimabile che abbiamo e farlo fruttare: i turisti non vengono a Venezia a vedere il palazzetto dello Sport».
Lo stress. Palazzo Ducale, e in particolare la sua facciata sud, è esposta da secoli alle intemperie, alla salinità e ai cambi di temperatura. Da qualche anno a tutto questo si è aggiunto il traffico in bacino San Marco, e poi spostamenti d'acqua e vibrazioni portati dalle grandi navi, restauri delle rive con il cemento che hanno provocato cedimenti. Microtraumi quotidiani, che vanno ad aumentare il processo di degrado già in atto. «Non si può escludere che questi elementi non abbiano un ruolo», ammette Romanelli, «di accelerare il degrado di elementi già fragili».
I controlli. Ma il problema vero è quello dei monitoraggi. La caduta del blocco di pietra, che ha sfiorato una bambina e colpito con le schegge un turista tedesco, è stato il campanello d'allarme. Il «fatto» che ha permesso di riaccendere i riflettori sulla grande necessità di cure che ha il patromonio artistico della città. «Bisogna prendere atto che anche i materiali hanno un'età», dice Romanelli, «e che sono sottoposti oggi a condizioni di grande stress. L'unica soluzione è la manutenzione programmata».
Il finestrone. Tra gli interventi urgenti anche il consolidamento del finestrone sul Molo, che non era stato interessato dagli interventi di restauro conclusi nel 2003. Qui saranno sperimentati interventi di indagine all'interno della pietra, per verificarne la tenuta. E scoprire per tempo possibili cedimenti interni delle strutture portanti.

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