Le cerniere, una scommessa

Polemica sul Mose, secondo uno studio le paratoie non reggono
In condizioni di mare avverso le paratoie del Mose non funzionano. Si inclinano e fanno entrare acqua tra un cassone e l'altro, rendendo il sistema «instabile». Fa discutere la conclusione dello studio realizzato dalla società internazionale di modellistica Principia, con sedi in Francia e a Houston (Texas) che espone dubbi e critiche sulla tenuta «tecnica» del sistema di dighe mobili.


«Principia? Non li conosco», glissa il presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta. Quanto al merito delle osservazioni, Cuccioletta tira dritto. «Ci sono due questioni cruciali su cui abbiamo fatto tutti gli accertamenti possibili: le cerniere, che adesso stiamo sperimentando al campo prove, e il non ribaltamento della paratoia». Un confronto tecnico con gli esperti è dunque escluso? «Leggeremo quello studio, ma non mi pare che il percorso del Mose si possa mettere in discussione». Si va avanti, dunque. Anche se i rilievi degli studiosi contattati lo scorso anno dal Comune sono piuttosto pesanti. Il fatto che non siano perfetti sconosciuti nel campo è testimoniato dal fatto che qualche giorno fa sono stati a loro volta contattati dal Consorzio Venezia Nuova per una consulenza in materia. Quanto alle osservazioni tecniche, i progettisti si dicono sicuri. La critica era stata anticipata dieci anni fa dal parere dei cinque esperti internazionali. Era stato il cinese Chang Mei il primo a parlare della possibilità che in determinate condizioni di mare avverso la schiera delle paratoie potesse entrare in «risonanza». Facendo dunque passare tra un cassone e l’altro grandi quantità d’acqua.


«A me pare una relazione molto preoccupabnte», dice il professor Gherardo Ortalli, consigliere nazionale di Italia Nostra, «temo che alla fine saremo costretti a sperare che il Mose funzioni per non restare travolti. E’ ora che si faccia chiarezza su questi aspetti ancora oscuri. Come le cerniere, il cuore del sistema che cominciano solo adesso a sperimentare». Una risposta al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli è stata chiesta sull’argomento dal senatore veneziano Felice Casson. E i critici alla grande opera riprendono fiato. «Sembra incredibile questo modo di procedere, in nessun posto d’Europa si arriva a metà lavori senza avere progettato le cerniere», dice l’architetto fernando De Simone, autore di un progetto alternativo al Mose scartato dal governo, «e se poi non funzionano?».


Un dibattito che si infiamma. Lo studio critico e i dubbi sul Mose sono stati pubblicati intanto sull’Asahi Sumbum, quotidiano giapponese che vende milioni di copie. Ma la politica per ora non discute. Il sindaco Cacciari, dopo anni di polemiche sulla questione, non vuole più sentir parlare di Mose. «Non dico niente, lo finiscano il più presto possibile», si limita a commentare. Lo studio di Principia è visibile da un paio di giorni sul sito Internet del Comune, che per primo aveva sollevato il problema della possibile «instabilità dinamica» del sistema Mose nel dossier consegnato tre anni fa al governo. Ma ogni richiesta di una revisione del progetto era stata bocciata sia da Prodi che da Berlusconi. Intanto i lavori vanno avanti e dovrebbero finire nel 2014. Sono arrivati al 52 per cento, quasi tutte opere emerse, mentre i finanziamenti vanno a rilento: il miliardo e mezzo promesso dalla Bei non è stanziato, l’aumento del prezzo (da 4200 a 4700 milioni) non ancora approvato dall’Avvocatura.

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