Jesolo, Unionmare rilancia: «Niente ticket ai pendolari ma servizi a pagamento»

La proposta dell’Aja di far pagare l’ingresso ai turisti pendolari ha già diviso le categorie. Il presidente Berton: «Basta polemiche sterili, ma l’entrata deve restare libera. Avremo una spiaggia con servizi top per 12 mesi: chi li usa dovrà contribuire»

Giovanni Cagnassi
La spiaggia di Jesolo
La spiaggia di Jesolo

«Basta sterili polemiche e populismo demaniale, ora guardiamo al futuro che ci vede tra i primi ad aver ottenuto concessioni ventennali».

Il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton, è anche tra i soci della Cbc Srl, società che gestisce la spiaggia di fronte all’hotel Casa Bianca di Jesolo. Sul tema di rendere partecipi i pendolari ai costi della spiaggia, rilancia con una visione moderna.

«Non dobbiamo far pagare l’ingresso», dice, «ma i servizi. Saranno investiti milioni di euro e dovranno servire anche per automatizzare i servizi verso una spiaggia smart, dove si possa andare in bagno farsi una doccia calda tutto l’anno. Pagando. Niente ticket: i pendolari possono diventare turisti spendenti. Nella spiaggia libera tutto resterà gratis. Noi troveremo un modo smart per pagare servizi, attraverso card, telefonini, braccialetti. Il mare tutto l’anno è alla portata, ci sono turisti del Nord Europa per i quali le nostre temperature invernali sono estive da loro. Allora dobbiamo avere servizi igienici aperti e attrezzati con acqua calda sempre. Penso ai bagni autopulenti».

Jesolo, spiagge a pagamento anche per i pendolari: la proposta divide i balneari
Una veduta di Jesolo dall’alto

Cbc lo farà: una spiaggia automatizzata 12 mesi anno. Oggi questo non c’è e tutti utilizzano servizi senza partecipare alle spese. «In questi due anni complicati», prosegue, «si è sempre scelto di non rispondere alle provocazioni e attacchi che hanno interessato sia alcune iniziative aziendali sia la località. Abbiamo ritenuto preferibile parlare con i fatti e non prestarci a polemiche che non ci sono mai appartenute. Tuttavia, alla fine di questo percorso, ritengo doveroso porre l’attenzione su alcuni aspetti oggettivi. Mentre nel resto d’Italia si continua a discutere e i colleghi sono in preda a sindacalisti e politici che continuano a promettere, in Veneto, a Jesolo in particolare, con coraggio e visione si è scelto di essere padroni del proprio destino. Utilizzando l’unico strumento attualmente disponibile, si è riusciti a trasformare una criticità in opportunità. Ed è così che, attraverso l’utilizzo della legge 33 tutti gli imprenditori del mare hanno potuto ottenere concessioni ventennali rilasciate nel pieno rispetto della direttiva Bolkestein, contemplando al tempo stesso anche un importante beneficio pubblico».

«Questi investimenti», conclude, «quasi 60 milioni di euro, saranno volano di sviluppo destinato a cambiare il volto della spiaggia, mettendo a disposizione del Comune una somma di 24 milioni di euro per affrontare l’annoso problema della difesa della costa in particolare della zona pineta».

«Tuttavia» conclude «anziché descrivere quanto fatto a Jesolo come modello di riferimento, siamo stati bersaglio di alcuni politici e rappresentanti sindacali che hanno strumentalizzato la vicenda per convenienza personale o per cercare visibilità in una sorta di populismo demaniale che terrorizzavano i balneari di mezza Italia su quanto accaduto a Jesolo». —

 

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