Il caffè a un euro è già realtà«Troppe spese, ho dovuto farlo»

Aumento scattato in alcuni bar mestrini. Ma c'è chi resiste: «Io continuerò col caffè a 70 centesimi» 
C'è chi lo ha già fatto. E chi non ha nessuna intenzione di farlo. C'è chi dice che è giusto e chi invece non ci sta. Il ritocco all'insù del prezzo del caffè a Mestre e a venezia trova il consenso di molti esercenti e il dissenso di (pochi) altri.

L'espresso a un euro, come l'Aepe suggerirà a metà settembre? «Già fatto - commenta Daniele Bison, titolare dell'Antico Scudo, in calle Legrenzi -. Lo scorso 28 agosto ho arrotondato il prezzo della tazzina: da 90 centesimi l'ho portato appunto a un euro tondo tondo».

Il motivo? Semplice. «L'azienda da cui mi fornisco, ovvero la Illy, non offre la macchinetta del caffè in comodato, ma la vende - spiega Bison -. Per me dunque, oltre ai 5 mila euro sborsati per comprala, ci sono spese aggiuntive di manutenzione. Ecco perché ho deciso di portare il costo dell'espresso a un euro». Non solo. «Io non punto certo su questo prodotto - continua il titolare del locale -. Ne vendo una trentina al giorno. Inoltre lascio lo stesso prezzo anche per il servizio al tavolo». In ogni caso, «di fronte a spese sempre maggiori, credo che sia inevitabile un rincaro di questo tipi. Anche se può risultare indigesto per il clienti».

Alcuni esercenti mestrini, invece, non aderiranno agli aumenti suggeriti dall'Associazione esercenti pubblici esercizi cittadina. In particolare per quanto riguarda l'espresso. «Noi lo proponiamo a 70 centesimi - incalza il napoletano Gerardo «Gegè» Menichino, che gestisce uno dei bar di via Verdi -. E in quel prezzo è compreso il bicchiere di acqua minerale. Ma non ci sogniamo neppure di portare il prezzo a un euro. Non mi sembrerebbe proprio il caso. E infatti io non lo farò», esclama con un certo orgoglio.

Insomma, a Mestre la proposta dell'Associazione dei pubblici esercizi ha aperto una discussione a trecentosessanta gradi. In città, infatti, il caffè varia da locale a locale. In generale, però, nel centro di Mestre il suo costo si attesta attorno ai 90 centesimi. Ma c'è chi, come Gegè, oppure lo Sfizio di via Allegri, lo vende a 70 centesimi. In più, anche i locali gestiti da cittadini cinesi propongono di solito prezzi decisamente concorrenziali.

Il ritocco all'insù dei listini dei prodotti al bar è annunciato per metà settembre. In pratica l'Aepe - Confocommercio provinciale indicherà alcuni incrementi di prezzo (sull'ordine di 10 o 20 centesimi) per una serie di «voci» da consumazione al banco. Si va dalla classica caffetteria (espresso, deca, cappuccino), alle bibite (acqua minerale, succhi di frutta, succhi di pomodoro); dalla brioches ai supealcolici, fino ai vini. Tutti aumenti suggeriti per restare sul mercato. Questo di fronte ai continui rincari di alcune classiche imposte comunali, come il plateatico e la tassa sulla spazzatura; e anche a causa dei soliti incrementi di luce e gas, carburante e quant'altro.

In tale contesto, l'aumento del prezzo del caffè risulta di certo il provvedimento più impattante e impopolare. Ma molti esercenti mestrini si dicono già pronti ad accogliere la proposta dell'Aepe. Mentre le associazioni dei consumatori annunciano l'immediato «sciopero del caffè». 
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