Fincoin divide un tesoretto da 270 milioni
MESTRE.
Con l'uscita di Marta (classe 1971) e Piero Coin (1969) dal consiglio di amministrazione, si chiude definitivamente il legame tra il gruppo mestrino e la famiglia che lo ha fondato. Dopo 95 anni - correva l'anno 1961, infatti, quando Vittorio Coin ottenne la licenza di ambulante per la vendita di tessuti e mercerie a Pianiga - Coin taglia il cordone ombelicale che, tra successi e qualche passo falso, ha alimentato fin qui la sua storia. Terminata l'avventura in Gruppo Coin, la Fincoin - finanziaria tramite la quale i due rami della famiglia erano ancora presenti nell'azionariato prima dell'avvento di Bc Partners - la holding presieduta dal sindaco di Venezia Orsoni è stata divisa a metà tra Vittorio e Piergiorgio Coin così come il "tesoretto" da 270 milioni derivante dalla cessione delle loro quote a Bc. Dalla separazione, così come ricostruito da «Il Mondo», nasceranno due nuove società. La Novagen vedrà come azionisti Vittorio Coin assieme ai figli Francesca e Piero: il capofamiglia controllerà il 2% della stessa più l'usufrutto sul 98% intestato per la nuda proprietà in parti uguali agli eredi. La seconda si chiamerà Holding Piergiorgio Coin e vedrà il capofamiglia dividere il controllo con i figli Marta e Marco. Le due newco partono appaiate con un patrimonio contabile di 18,3 milioni ciascuna. Si tratta ora di capire dove le due holding dirotteranno le loro risorse. L'unica certezza, almeno fin qui, è che il futuro delle nuove generazioni non sarà più riconducibile al gruppo che porta il loro cognome. (m.mar.)
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