Il Comitato: «Distrutto chi voleva la diga del Vanoi, ha vinto la montagna»

Michele Facen: «Il popolo ha sempre più una coscienza ambientale, la politica si adegui». Il neo consigliere regionale Del Bianco: «Ora una maggioranza che fermi quel progetto»

Francesco Dal Mas

«La diga del Vanoi? Sono perplesso. Quanto meno», risponde Dario Bond, assessore regionale all’Agricoltura, dopo che la collega all’Ambiente, Elisa Venturini, si dichiara “prudente”. Una volta che si costituirà la nuova governance del Consorzio Brenta, la Regione ritornerà ad avere “voce in capitolo” per la prosecuzione del progetto della diga.

I Comitati popolari chiedono allo stesso Consorzio di interrompere l’iter previsto dal “Dibattito Pubblico” di un anno fa. L’opzione ha un rischio alto: quello del possibile danno erariale. Certo è che l’ex assessore regionale Bottacin aveva ripetutamente dichiarato la propria contrarietà, allineandosi con le richieste del Trentino; l’ex presidente Zaia aveva demandato il parere ai tecnici, facendo capire che il suo era negativo. Sulla medesima lunghezza d’onda s’era schierato il senatore Luca De Carlo. Bond, l’anno scorso, alla festa del fagiolo di Lamon, aveva addirittura tuonato contro. Altrettanto hanno fatto ripetutamente il presidente della Provincia, Roberto Padrin, e il consigliere Massimo Bortoluzzi.

Con tutte queste premesse, ma in presenza di possibili sorprese, il neoconsigliere regionale Alessandro Del Bianco è deciso a riportare l’argomento all’attenzione del consiglio regionale. «Lo farò alla prima occasione utile», anticipa. «Ho sempre seguito il tema con la massima attenzione e preoccupazione. L’auspicio che mi sento di formulare in queste ore è che si formi una maggioranza all’interno del Consorzio Brenta che sia nettamente contraria alla realizzazione della diga. E che, di conseguenza, si possa fermare la progettazione».

Vanoi nel mirino, tra diga e discarica: il video reportage

Quindi? «La nuova governance dovrà adoperarsi per rassicurare le nostre popolazioni che non va avanti neppure l’iter progettuale. E in questa prospettiva è necessario che il Consorzio abbia una copertura politica. Da parte della Regione, evidentemente, del suo consiglio in particolare. Io mi farò carico di sollevare il problema alla prima occasione utile».

«L’espressione della Provincia di Belluno è chiara e quella della Provincia autonoma di Trento va nella stessa direzione», insiste anche il consigliere Bortoluzzi. «Mancano i presupposti della sicurezza, quelli giuridico-politici e anche quelli sociali. Quindi il nostro – della Provincia e del territorio bellunese – è e rimarrà un “no” assoluto».

Alla luce dell’esito del voto di domenica, Michele Facen del Comitato bellunese, non nasconde la sua preoccupazione. «Speriamo che non si ripeta il triste gioco dell’anno scorso che ha portato al Commissariamento per l’ostruzionismo della lista Sonza. Deve essere riconosciuto che la maggioranza degli elettori ha detto un secco no alla diga; che la lista Sonza (il grande sostenitore della diga) è uscita distrutta dall’esito del voto. La vera costatazione da fare è che il popolo ha sempre più coscienza ambientale e la politica deve rispondere a questa necessità di cambiamento di paradigma nelle emergenze che il cambiamento climatico impone».

La posizione del Comitato

Il Comitato ha sempre sostenuto la lista di Giustino Mezzalira – ammette Facen – non per tifoseria ideologica ma per l’indiscutibile competenza mostrata nell’illustrare le alternative alla diga. «Mezzalira si è mostrato altrettanto attento nel portare a conoscenza il problema discarica di Ronco (discarica a 20 metri dal fiume, per noi vera follia) al mondo contadino della pianura. Ora spetta alla politica dare risposte chiare e nette alle esigenze del popolo, sempre più assoggettato a logiche speculative che nulla hanno a che fare con l’agricoltura e ancor meno con il rispetto ambientale e delle popolazioni che tenacemente resistono e vogliono vivere la montagna per come è stata loro donata».

Il portavoce del Comitato conclude esprimendo l’augurio che «il nuovo assessore all’agricoltura Bond e i consiglieri Del Bianco e Calligaro facciano squadra per difendere il Vanoi sia dalla diga che dalla discarica di Ronco».

Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza Cristina Guarda, eurodeputata dei verdi eletta nelle liste di Avs. «Vince il territorio, vince chi ha creduto nella partecipazione. L’affermazione delle liste contrarie al Vanoi alle elezioni del Consorzio di Bonifica Brenta è la dimostrazione che, anche di fronte a un controllo politico esercitato dalla Lega, genuflessa di fronte alle grandi opere e silente sugli abusi ambientali, i cittadini e gli agricoltori possono cambiare le cose scegliendo un approccio diverso, che mette al centro politiche ambientali e agricole».

«Spiace che per colpa di un partito politico», aggiunge Cristina Guarda, con riferimento alla Lega, «si sia perso tanto tempo, danneggiando cittadini e agricoltori: l’anno scorso, all’indomani delle precedenti elezioni, denunciavamo come si potesse voltare pagina, archiviando definitivamente il progetto assurdo della diga sul Vanoi e lavorando invece su soluzioni concrete come aree di infiltrazione e manutenzione dei bacini idrici». —

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