Cantieri Dalla Pietà senza ordini
Colpito anche il mercato del lusso. Il curatore Vidal cerca una soluzione: mantenere il rimessaggio e il «refitting»

VENEZIA. La crisi finanziaria globale non risparmia nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società di leasing hanno chiuso i rubinetti, nessuno ordina nuovi yacht, chi li aveva ordinati annulla le commesse. Dopo i cantieri De Poli di Pellestrina ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina, assistiti da Gianluca Vidal, hanno presentato richiesta di accesso al concordato preventivo al Tribunale di Venezia. L’obiettivo: salvare alcuni rami dell’azienda (rimessaggio e refitting) e cercare di tutelare al massimo l’occupazione prima che sia troppo tardi.
Le ragioni della crisi. I primi segnali di (relativo) allarme si intravedono un paio d’anni fa. Il leasing cosiddetto in erigendo - ovvero l’acquirente paga una rata-acconto in corrispondenza di determinati stadi di avanzamento lavori nella costruzione del suo yacht - lascia spazio all’acquisto d’impulso. E quindi a flussi finanziari meno prevedibili, decisamente aleatori. Il mercato, però, tiene. La preoccupazione autentica si avverte a partire da ottobre dello scorso anno: l’attività commerciale subisce un forte rallentamento, aree considerate intoccabili, come la Russia, denunciano pesantissime difficoltà. A dicembre la mazzata: le società di leasing chiudono i rubinetti, a Mosca come a Lugano piuttosto che a Londra. Salta il meccanismo grazie al quale si godeva dello yacht di lusso pagando rate «basse» per i primi 2-3 anni e rimandando la maxi-rata finale che, spesso, coincideva con la cessione del contratto e, quindi, della stessa imbarcazione. Risultato: i clienti dell’azienda di Andrea Mevorach e Giorgio Dalla Pietà cancellano alcuni ordini già effettuati. Bastano un paio di yacht da 4 milioni che saltano e le conseguenze sono facilmente prevedibili.
I numeri. A dicembre si fanno i conti. Servono almeno 11 milioni di euro per andare avanti l’attività ordinaria. I debiti assommano a 32 milioni: 21 nei confronti di banche e gli anticipi da leasing; 11 nei confronti di fornitori. La contromossa è immediata. Si cercano in tutti i modi partner finanziari in grado di riavviare l’attività. Ma il momento è quello che tutti conosciamo. Altri cantieri chiudono. Ai saloni internazionali di Cannes e Genova tutti guardano, ma nessuno compra. Le caratteristiche degli yacht Dalla Pietà - materiali di pregio, curca di goni dettaglio, anche nascosto, lavorazione artigianale combianta con soluzioni tecnologiche d’avanguardia - non bastano per salvarsi nel mare in tempesta della crisi economica e finanziaria globale. Il posto di lavoro dei 70 dipendenti (40 nella costruzione e 30 negli uffici tecnici e amministrativi) dei Cantieri Dalla Pietà viene messo seriamente a rischio. Così come il cosiddetto indotto: una galassia di 500 fornitori e un centinaio di artigiani delle squadre esterne. La situazione attuale. Al momento l’attività consente di continuare il lavoro per completare alcune imbarcazioni. A conclusione di questi lavori, però, tra circa 4 mesi, stanti le previsioni attuali di un perdurare della situazione attuale, i dipendenti non avranno più nulla da fare.
L’obiettivo. Di qui la richiesta di concordato preventivo presentata ieri al Tribunale di Venezia. L’obiettivo è quello di offrire un futuro alla Dalla Pietà, fiore all’occhiello della cantieristica veneziana. Un futuro che «sacrifica» la costruzione e punta al mantenimento di due rami d’azienda: il rimessaggio e il refitting, in sostanza la «ristrutturazione» dell’imbarcazione. Pur di continuare a lavorare, nel solco della consolidata tradizione che punta alla qualità, ci si concentra dunque sul restauro più che sulla costruzione. A meno che non si trovi un Cavaliere Bianco che decida di puntare anche su quest’ultimo ramo per rilanciare l’attività dei Cantieri Dalla Pietà.
Periti. I periti, intanto, hanno già stimato tutti i beni dell’azienda. Tutto è stato valutato in termini di discontinuità aziendale. In pratica se uno stampo vale mille, dato che non è più inserito in uno speciale processo produttivo, gli è stato attribuito un valore di 100. Ma il suo valore continua a essere 10 volte tanto. Insomma, si potrebbe anche fare un affare. I proprietari dei Cantieri (Mevorach e Dalla Pietà) attendono, intanto, date e decisioni del Tribunale e, soprattutto, confidano nell’accettazione della proposta.
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