Cacciari: "Non obbedisco nemmeno al Padreterno"
Il sindaco ha lasciato bosco Ottolenghi «rammaricato» E sugli alluvionati che lo aspettavano in municipio ha detto: «Con loro non ho concordato nulla. Avevo tre consigli di amministrazione»
Mancano 15 minuti a mezzogiorno quando il sindaco Massimo Cacciari lascia il bosco Ottolenghi, in via Forte Cosenz, dopo il taglio del nastro e l'inaugurazione dell'angolo della memoria. Secondo il programma avrebbe dovuto trattenersi più a lungo, confrontarsi con Moni Ovadia sul senso del bosco per la memoria. «Devo lasciarvi per affrontare delle grane - si scusa il sindaco - Sono rammaricatissimo per non poter dialogare con Moni, grande autore, grande regista, fraterno amico, tra gli intellettuali più impegnati in Italia e in Europa». Qualche chilometro più in là centinaia di «alluvionati» stanno assediando il municipio di Mestre perchè volevano incontrarlo, parlargli. Lì non si è fatto vedere. All'inaugurazione del bosco Ottolenghi, però, non è mancato.
Sindaco, perché non si è presentato all'incontro in Municipio con i cittadini vittime degli allagamenti?
«Ma vorrei proprio vedere. Se a lei dicono che lunedì deve presentarsi alle 10 si presenta? Io stamattina avevo tre consigli di amministrazione e questo impegno alle 11».
Vuole dire che l'appuntamento non era concordato?
«Mi è stato comunicato che si sarebbero presentati. Non è stato concordato nulla».
Tornando al merito: proprio non si potevano limitare i danni che si sono verificati?
«Qualsiasi sistema non avrebbe retto. Qui non stiamo parlando di ordinaria amministrazione, degli investimenti che devono essere fatti per limitare i danni quotidiani. Basta andare a leggersi i dati. Sono paragonabili a quelli di un'alluvione nel Bangladesh».
I cittadini, però, intanto attendevano da lei qualche risposta.
«E cosa posso dire, adesso? Il Comune fa da parafulmine universale. Le competenze, in questo caso, sono assai più di altre autorità che del Comune. Qui ci sono due enti che intervengono (Consorzio di bonifica Dese Sile e Sinistra Medio Brenta, ndr). E poi ci sono livelli di sorveglianza ancora più pesanti».
Il problema della mancanza di coordinamento?
«Soffriamo le procedure incompatibili con i tempi di un rapido intervento. Il Consorzio non può aumentare e potenziare le idrovore perchè molti soldi non sono spendibili per il Patto di stabilità. Ci sono poi diversi soggetti che non è facile coordinare tra loro. Per questo è necessaria l'autorità di coordinamento».
Il commissario straordinario sollecitato nei giorni scorsi?
«Con me lo chiedono Regione, Provincia, Prefettura, Consorzi, Arpav, tutti gli enti interessati. Il problema è comune. Mi auguro che durante la settimana si arrivi alla nomina. Del resto non è un caso che in questa città sia servito un commissario per il moto ondoso, uno per lo smaltimento dei fanghi dei canali portuali. Ci sono difficoltà di procedure tremende».
Qualche novità dal governo in relazione allo stato di calamità?
«Domani (oggi per chi legge) abbiamo una riunione con il Prefetto per definire la richiesta al Governo del rimborso dei danni».
E i cittadini quando potranno essere ricevuti?
«Riferiremo tutto e potranno parlare nel consiglio comunale straordinario di lunedì 8 ottobre a Mestre».
Ma stamattina non si potevano proprio incontrare?
«Chiedano di incontrarmi e li incontrerò come faccio con tutti. Ma non accetto ordini da nessuno. Non è che obbedisco. Non obbedisco neanche al Padreterno».
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