Al Toniolo si alza il siparioora il restauro è davvero finito
Rifatto il palcoscenico predisposto un magazzino e allestiti i camerini per gli attori. Il fiore all’occhiello è il foyer con tanto di tempere anni Venti a decorare i muri. Martedì la «prima» con Uri Caine

Il Teatro Toniolo
Chi ama il teatro ama la «macchina». La macchina è quel complicato assieme di congegni, cavi, tubi, quadri elettrici, tralicci, corde, carrucole che incornicia il palcoscenico. E’ questo il vero segreto colpo d’occhio del restauro del Toniolo: il pubblico non vede le reti metalliche - come la graticcia, là in alto, dove vengono appesi fari e scenografie - i meccanismi meccanici, elettrici ed elettronici che fanno vivere uno spettacolo. E’ come la scatola di un televisore: circuiti, una volta valvole, ma noi vediamo lo schermo. Il settimo e ultimo stralcio della ristrutturazione del Toniolo (21 marzo-5 novembre) ha rifatto anche la macchina. Ed è nuovo anche il palcoscenico: inclinato dall’alto verso il basso come in tutti i teatri (anche questo il pubblico non sa: il fondo della scena altrimenti non si vedrebbe), abbracciato dalla «macchina». Un bel palcoscenico: 20 metri per 26, boccascena di 10 metri e 40: non è grandissimo (il balletto classico per esempio soffre) ma ha dignità. La base del sottopalco è stata scavata, ora lo spazio è sufficientemente alto da camminarci e da trasformarlo in magazzino. Il Toniolo non aveva un magazzino.
Poi c’è il colpo d’occhio offerto al pubblico e agli artisti. Attori, danzatori, musicisti, cantanti hanno camerini, bagni e docce degni di un albergo. «Il teatro è la casa degli attori», dice Giovanni Leone, «qui chi recita passa la maggior parte della sua vita». L’attore è nomade, vecchia metafora. A parte gli uffici nel sottotetto - finalmente gli uffici del settore Cultura e Spettacolo non sono disseminati in mezza città, ma sono interni al teatro - la bellezza del restauro, oltre che nella sala, è nel foyer. Come non aveva un magazzino, il Toniolo non aveva un foyer. E’ una bellissima sala al secondo piano con ai muri le tempere dipinte negli anni ’20 da Alessandro Pomi, l’autore dell’ovale Il trionfo di Apollo che orna la volta della sala. Nel foyer si terranno dialoghi fra artisti, critici e pubblico, un aperitivo prima dello spettacolo; emigra al foyer del Toniolo anche la rassegna di videodanza «Lo schermo danzato», parallela alla stagione di «Verso l’universo».
Lo hanno rifatto tutto, il Toniolo. Nel 2001, a inizio lavori, la sala sembrava una città appena bombardata, con le ruspe. La ristrutturazione è stata difficilissima, gli impianti erano vecchi e corrosi, c’erano perfino sacche di gasolio vecchie di anni. E’ un libro a raccontare la trasformazione del Toniolo dal vecchio cinema degli anni ’50 al teatro della città, 132 pagine, le foto di questi sette anni di lavori, dalle travi marce ai marmorini di oggi. Quello del Toniolo è stato l’unico caso in Italia di ristrutturazione radicale fatta senza mai sospendere le stagioni di spettacoli. Un caso più unico che raro.
Ieri l’apertura del teatro alla città, martedì 13 novembre ad avviare la stagione 2007-2008 è la musica con l’Ensemble di Uri Caine per Mahler Re-Imagined. Poi via via il teatro (dal 14 Luca Barbareschi in Il sogno del Principe di Salina: l’ultimo Gattopardo), i comici (il 27 Alessandro Benvenuti in Addio Gori), in pieno clima natalizio (19-20 dicembre) la danza, con il Balletto di Siberia in Romeo e Giulietta.
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