Acqua alta, il Comune pagherà i danni

Dopo l'acqua alta record che due giorni fa ha travolto il centro storico, Venezia fa la conta dei danni. Il sindaco Massimo Cacciari ha riunito ieri i suoi assessori a Ca’ Farsetti per una giunta straordinaria. Si è deciso di stanziare un fondo per l’emergenza in bilancio - non ancora quantificato, nonostante voci circolate in serata - e di procedere alla disamina dei danni
Non sarà stata una calamità naturale ma un’emergenza con danni diffusi certamente sì. Così 24 ore dopo l’Aqua granda del Terzo Millennio - la quarta di ogni tempo arrivata a quota 156 centimetri sul medio mare - il sindaco Massimo Cacciari ha riunito i suoi assessori a Ca’ Farsetti per una giunta straordinaria. Si è deciso di stanziare un fondo per l’emergenza in bilancio - non ancora quantificato, nonostante voci circolate in serata - e di procedere alla disamina dei danni. Già domani l’assessore alle Attività produttive Giuseppe Bortolussi lo farà, raccogliendo la lista dei danni subiti dalle associazioni di categoria per i negozi, le botteghe artigiane, gli studi professionali e gli esercizi pubblici. E dai privati per i magazzini e gli scantinati.


«Un milione? Non abbiamo fissato cifre. Noi facciamo la nostra parte, speriamo che anche lo Stato e la Regione facciano la propria», dice l’assessore al Bilancio Michele Mognato, «e che diano ad esempio i sette milioni e mezzo promessi e mai dati per i risarcimenti degli allagamenti a Mestre». Non ci sarà la richiesta dello stato di calamità, come del resto aveva annunciato il sindaco. Ma un pressante appello anche ai parlamentari per rifinanziare la legge Speciale. «Ai cittadini», dice l’assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz, «vanno date risposte adeguate e concrete. Non possiamo dire che non è successo nulla, e dobbiamo dire allo Stato che sia conseguente. Che oltre agli 800 milioni di euro annunciati per il Mose, che sarà pronto nel 2014, dia i soldi anche per gli altri interventi e per il risarcimento ai cittadini che hanno subito danni. Gli effetti della marea sono stati fortemente limitati o addirittura scongiurati dove si è intervenuti con lavori di sistemazione e protezione». Come ad esempio le chiuse a Pellestrina, o le «vasche» nei locali ai piani terra.


E’ stato il sindaco Cacciari a relazionare ieri sulla marea record di lunedì, ringraziando gli uffici del Comune e le aziende «che hanno operato per limitare i disagi e garantire i pasti nelle scuole e i cambi di turno negli ospedali». «Un evento drammatico», ha detto Cacciari, «che per fortuna non ha prodotto alcun danno a persone né al patrimonio storico e artistico e non ha provocato pericoli per la pubblica incolumità. La città ha comunque reagito, tornando nel giro di 24 ore alla normalità. Ma i danni a chi li ha subiti saranno pagati».


Una correzione di rotta provocata anche dagli ultimi rapporti di vigili urbani, Protezione civile e vigili del fuoco, che sono intervenuti lunedì 135 volte soprattutto per rimuovere cornicioni e intonaci pericolanti a causa del vento ma anche per svuotare magazzini, negozi e ascensori invasi dall’acqua. Niente rispetto alle 1600 chiamate registrate in tre ore nel settembre 2007 per l’alluvione di Mestre. In quel caso la città non era stata avvisata, e le piene dei fiumi, si sa, non si ritirano come la marea dopo sei ore. Ma lunedì in alcune zone della città la situazione appariva simile.


Troppi 156 centimetri anche per coloro che ai piani terra si sono attrezzati alla difesa contro le acque fino a 140-150. Da quel livello in poi ogni difesa salta, e l’acqua arriva dal pavimento, dai muri, supera le piccole paratoie artiginali fissate con lo stucco sull’entrata di negozi, laboratori e magazzini. Oggi intanto si torna verso la normalità. Tempo in miglioramento. Dopo quota 102 registrata ieri oggi sono previsti 85 centimetri alle 10.30.
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