A Ca’ Foscari la protesta degli studenti in tenda contro il genocidio in Palestina
Prima gli striscioni, “fuori sionismo e guerra dalle università” e “free free Palestine”, i cartelli con le impronte delle mani rosse, a simboleggiare il sangue, le scritte “fuori il colonialismo dalle università”, poi le tende.

Anche a Venezia sono arrivate le tende degli universitari contro il genocidio in Palestina. Prima gli striscioni, “fuori sionismo e guerra dalle università” e “free free Palestine”, i cartelli con le impronte delle mani rosse, a simboleggiare il sangue, le scritte “fuori il colonialismo dalle università”, poi le tende.
«Se non ci danno spazio ce lo prendiamo noi», spiega Alice Bazzoli, del collettivo Liberi Saperi Critici (Lisc). «Fate parlare gli studenti e ascoltateli, sono mesi che ci dicono che c’è spazio per dialogo ma noi siamo state spintonate dalla celere” ha proseguito, sottolineando che questo pomeriggio ci sarà la riunione con i ministri Bernini e Pianterosi per una task force per decidere come gestire le proteste studentesche.
Gli studenti sono in presidio nella sede centrale di Ca’ Foscari da stamattina alle e hanno deciso di interrompere la riunione del pre senato accademico di stamattina per chiedere un’altra volta l’interruzione dei rapporti dell’ateneo con Israele e più in generale con l’industria bellica.
«Le Università non sono spazi neutri ma politici, la nostra non ha avuto il coraggio di usare la parola genocidio e Palestina» hanno ribadito gli studenti, sottolineando che da mesi stanno chiedendo le dimissioni della rettrice Tiziana Lippiello dal comitato scientifico di Med-Or, fondazione di Leonardo per promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, “e quindi complice anche lei del genocidio” hanno proseguito.
A scendere a rispondere agli studenti, il pro rettore Antonio Marcomini che ha cercato di mediare con il collettivo.
«Noi non siamo il ministero degli esteri ma un’università che ritiene che i valori di rispetto e libertà vadano rispettati» ha chiarito il professore, venendo etichettato come “ipocrita” dal collettivo che ha ribadito come tutti questi valori siano messi in discussione da Med-Or stesso.
«Massima considerazione di ciò che dite, ma ribadisco che non siamo il Ministero. Riteniamo di aver preso posizioni molto concrete, l’ateneo rientra in una comunità accademica più ampia che è quella nazionale. Abbiamo preso posizioni inequivocabili in termini di principi e soluzioni concrete, poi vi do assolutamente ragione a dire che è poca cosa rispetto alla situazione. Su quanto si possa fare in più, lo riportiamo, ma questa è una riunione amministrativa, non politica», ha ulteriormente specificato Marcomini.
Gli studenti sono poi entrati nell’aula Baratto dove era in corso la riunione per portare le loro istanze alla Rettrice. “Staremo qui finché non vedremo le nostre richieste accolte” hanno ribadito gli studenti davanti alla Lippiello.
«Avete sbagliato riunione», ha ribadito la rettrice, sottolineando che non si tratta del senato accademico, sede in chi queste cose vengono prese in considerazione.
Ma gli studenti non ci stanno, dicono che resteranno, per questo verranno montate le tende nel cortile della sede centrale. Per quanto? Non si sa. «Vedremo», rispondono.
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