Tragedia del catamarano, corteo di protesta a Venezia: «Basta morti sul lavoro»
Studenti, sindacato, associazioni e partiti uniti davanti alla stazione per ricordare Anna Chiti, morta a 17 anni, e chiedere giustizia, responsabilità e un cambiamento concreto nel sistema del lavoro

«Alla tragedia si somma l’indignazione». Non solo il dolore per una vita spezzata a 17 anni, ma la rabbia feroce per un incidente che non è stato una fatalità, bensì l’esito di un sistema definito «profondamente marcio», incapace di garantire le più «elementari tutele e condizioni di sicurezza».
Chi c’era
È per questo che oggi, 20 maggio, in nome di Anna Chiti, sono scesi in piazza la Rete Studenti Venezia Mestre, l’Udu, la Cgil, i Giovani Democratici, i movimenti politici dal Movimento Cinque Stelle a Terra e Acqua, Tutta La Città Insieme, insieme a un centinaio di studenti della stessa età di Anna, davanti alla stazione Santa Lucia. Un corteo trasversale organizzato per chiedere giustizia, responsabilità e un cambiamento concreto nel sistema del lavoro.
Più sicurezza
«Questo non è un incidente, non è una tragica fatalità, è una condanna. Una sentenza scritta da un sistema che ha smesso di proteggere, che ha rinunciato alla cura, alla responsabilità e alla dignità delle persone» afferma Angelica Morresi dell’Udu.
La Cgil coglie l’occasione per riportare i dati della città metropolitana di Venezia: nel 2024 gli infortuni sul lavoro tra gli under 18 sono aumentati del 26,6% (da 1222 a 1548), mentre tra gli over 60 l’incremento è stato del 10%. «I giovani hanno una formazione insufficiente e iniziano a lavorare troppo presto, mentre gli anziani sono più esposti a carichi di lavoro eccessivi» sottolinea Daniele Giordano della Cgil Venezia.
La manifestazione




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