Spruzzi d’acqua e ventilatori nelle stalle: «Così le mucche da latte non soffrono il caldo»

Nel Veneto orientale molte aziende si sono dotate di questi sistemi: «In questo modo la produzione non subisce cali, ma il tema resta il riconoscimento del prezzo al litro: è ancora troppo basso»

Daniele Ferrazza
Gli spruzzi d’acqua nella stalla di Torre di Mosto
Gli spruzzi d’acqua nella stalla di Torre di Mosto

Raffrescamento e spruzzi d’acqua nebulizzata per il benessere animale. Nelle stalle del Veneto orientale si fa ricorso ai ventilatori per non far soffrire le mucche da latte.

E infatti, raccontano gli allevatori, la produzione di latte quest’anno non ha registrato i cali che abitualmente si registrano se le temperature degli animali è insopportabile. Significativi anche gli investimenti sostenuti da diverse aziende agricole per questa ragione.

Il risultato, tuttavia, vale la candela: perché appunto la produzione è rimasta stabile nonostante il caldo torrido del mese di luglio e agosto. Nessun calo di produzione, fanno sapere gli allevatori e le associazioni di produttori.

La stalla di Nazzareno Mazzarotto a Torre di Mosto (foto Bortoluzzi)
La stalla di Nazzareno Mazzarotto a Torre di Mosto (foto Bortoluzzi)

«Si sta quasi meglio nella stalla che all’aperto» spiega Nazzareno Mazzarotto, allevatore di Torre di Mosto, proprietario di un allevamento da 220 animali che producono 70 quintali di latte al giorno: «Abbiamo da tempo provveduto al benessere animale. La stalla fa parte della storia della mia famiglia e se la tengo è perché voglio continuare la tradizione, anche se produrre latte e venderlo a 53 centesimi al litro è lavorare sottocosto. Per i costi che abbiamo dovremmo venderlo a 80 centesimi al litro. Ci salviamo perché cerchiamo di fare qualità e anche per questo, nonostante il gran caldo, la nostra produzione non è calata ma si mantiene stabile».

Gli “elicotteri”, cioè i grandi ventilatori a soffitto, fanno parte dell’arredo anche nella stalla di Fabiano Barbisan, a Portogruaro, che conferma come le aziende agricole abbiano da tempo fatto grandi investimenti per gestire le temperature in cui stanno gli animali. Consigliere regionale eletto nella Lista Zaia ed ora nel gruppo misto, Barbisan spiega come le stalle si siano adeguate alle esigenze richieste dalla filiera della qualità: «Non sarebbe possibile altro modello, se vogliamo stare sul mercato».

Allo stesso modo Terenzio Borga, presidente di Aprolav e produttore nelle sue stalle a cavallo tra Chiarano e il Veneto orientale, di 270 quintali di latte al giorno, ammette come «Se entro nelle mie stalle in questi giorni ci saranno 24 gradi – spiega – gli allevatori in questi anni hanno prodotto innovazione e sostenuto investimenti. Non ci sono cali produttivi. Costa, ma sono miglioramenti necessari».

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