Fiocco arcobaleno per la nascita del figlio dell’assessora: polemiche a Padova
La scelta era già stata annunciata da Colonnello al Gay Pride di giugno. Il centrodestra: «Una forzatura ideologica che trasforma la nascita di un bambino in un palcoscenico politico». Il vicepremier Salvini sui social: «Era necessario?». La risposta dell’assessora: «Alimentata violenza verbale contro di noi»

Un fiocco arcobaleno in Comune a Padova per annunciare la nascita del figlio dell’assessora al Sociale Margherita Colonnello.
Il bimbo è nato lo scorso 14 agosto e a comunicarne l’arrivo con un post su Instagram è stata la neo mamma insieme al marito Cosimo Cacciavillani.
La scelta di appendere un fiocco arcobaleno era già stata resa nota da Colonnello lo scorso giugno al Gay Pride di Padova e poi rilanciata sui social.
«Nè fiocco azzurro nè fiocco rosa per te», aveva detto la futuro mamma rivolgendosi al bimbo che portava in grembo, «ma a te la scelta di essere ciò che vuoi».
E dunque un bel fiocco arcobaleno per Aronne appeso fuori dalla porta del suo ufficio a Palazzo Moroni.
Ma non tutti hanno accolto con favore la scelta.
Critiche dal centrodestra
«Una forzatura ideologica che trasforma persino la nascita di un bambino in un palcoscenico politico»: così il centrodestra è andato all’attacco dell’assessora al Colonnello.
«È l’ennesima manifestazione di quella visione ideologica della sinistra che, invece di difendere valori, preferisce smantellare ogni certezza in nome di un relativismo senza limiti», commentato la consigliera comunale FdI Elena Cappellini, «Questo episodio non è un gesto di libertà, ma l’ennesima prova di una deriva culturale che confonde la libertà con l’assenza di regole e che svuota di significato persino le tradizioni più semplici».
«La natura non è un catalogo: si nasce maschio o femmina, punto», ha aggiunto la capogruppo della Lega Eleonora Mosco, «Difendere i bambini significa proteggerli dalla confusione che certa sinistra vuole imporre, negando buonsenso e realtà».
Il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini scrive sui social: «Congratulazioni e auguri a mamma, papà e al bimbo! Ma era proprio necessario tutto questo?»
E sul tema è intervenuto anche il comico Luca Bizzarri con un post su “X” in cui sibillino dice: “Governerà trecento anni”.
Un nuovo capitolo di "Governerà trecento anni" pic.twitter.com/C8iItYTFDw
— Luca Bizzarri (@LucaBizzarri) August 27, 2025
E la senatrice Mariastella Gelmini (Noi Moderati) commenta: «Alla nascita siamo maschi o femmine. Punto. È la biologia a deciderlo: negarlo è come sostenere che la terra è piatta. Nessuno vuole mettere in discussione i diritti della comunità Lgbtq, ma posizioni come quella dell'assessore di Padova, che ha affisso il fiocco arcobaleno, rischiano di rappresentare una deriva estremista che può portare all'effetto opposto, mettendo in pericolo anche proprio quei diritti che si vorrebbero difendere. L'esempio degli Stati Uniti non ha insegnato nulla a questi paladini dei diritti».
La risposta dell’assessora
«Nostro figlio non ha ancora due settimane. Non avremmo immaginato di dover impiegare questo tempo prezioso sommersi da una polemica nazionale sulla nostra famiglia. I leoni da tastiera si sono scatenati sulla base di una dichiarazione non riportata correttamente, riempiendoci di odio».
Così in un post su Facebook l'assessore alle politiche sociali di Padova, Margherita Colonnello, commenta le polemiche relative all'affissione sulla porta dell'ufficio in Comune di un fiocco arcobaleno anziché azzurro, come la tradizione avrebbe suggerito dopo la nascita il 16 agosto di un figlio maschio.
«La 'bestia' - prosegue Colonnello - ha preso il nostro discorso al Pride di Padova, pronunciato 3 mesi fa, e lo ha distorto, rendendolo macchiettistico e un contenuto facile da condividere per alimentare violenza verbale. Il nostro discorso al Pride, che chiunque può riascoltare, è stato pensato e pronunciato contro gli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano la nostra società, generando odio e discriminazione».
«Ci siamo sentiti di augurare pubblicamente a nostro figlio di scegliere l'arcobaleno come simbolo di amore e pace in un mondo che distorce la bellezza e la varietà della vita al solo bianco e nero. Non gli abbiamo chiesto di decidere se essere maschio o femmina. Gli abbiamo promesso, in una società ancora troppo impaurita, che saremo sempre al suo fianco, qualsiasi cosa deciderà per la sua vita e chiunque deciderà di essere. Questo per noi vuol dire amore di genitori».
«Speriamo - conclude l'assessore - che chi si erge a 'difensore della famiglia' possa avere rispetto della nostra tranquillità in giorni così intensi e bellissimi. Giorni che vorremmo trascorrere solo in compagnia di nostro figlio, senza doverci difendere dagli attacchi della destra. Ringraziamo chi ci sta dimostrando solidarietà e sostegno».
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