Il Digitalmeet torna dal 20 al 25 ottobre e contamina il Nordest

Tredicesima edizione con la media partnership di Nord Est Multimedia, il fondatore Potti: «Abbiamo deciso di tornare alle origini: all’alfabetizzazione digitale applicata al capitale umano e alle competenze»

Riccardo Sandre
Gianni Potti, fondatore di Digitalmeet
Gianni Potti, fondatore di Digitalmeet

Scalda i motori per la sua 13esima edizione il Digitalmeet 2025, la più grande kermesse italiana sul tema della cultura digitale di cui è media partner il nostro gruppo editoriale, Nord Est Multimedia .

Dal 20 al 25 ottobre prossimo, con un preludio il 3 ottobre con la rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli e la consueta anteprima in Senato, in Sala Nassirya, per il lancio del programma a livello nazionale il 10 ottobre, Digitalmeet conferma ancora una volta la propria importanza con oltre 130 eventi in programma in 20 regioni italiane e più di 300 tra relatori, digital evangelist e i migliori nomi della tecnologia globale.

Un evento policentrico che dà spazio a grandi scienziati e tecnologi di fama mondiale ma anche ad incontri di quartiere, dislocati in tutto il Paese e destinati all’educazione di quelle decine di milioni di italiani che sono ancora lontanissimi dagli obiettivi minimi di comprensione e utilizzo del digitale.

In attesa dei numeri del 2025, i dati dall’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) per il 2024 raccontano infatti di competenze di base possedute solo dal 45, 8% delle persone contro una media Ue 55, 6%. Una percentuale che ci posiziona al 23esimo posto tra i 27 gli Stati membri dell’Unione. E se rimane bassa anche la quota di specialisti Ict sul totale degli occupati (4, 1%, rispetto ad una media Ue del 4, 8%) a confortare c’è il dato relativo alle Pmi italiane: in questo caso quelle con un’intensità digitale almeno di livello base è pari al 60, 7%, contro una media europea del 57, 7% mentre sul fronte dell’utilizzo dei servizi in cloud, le imprese nostrane (il 55% li utilizzano) sono più avanti di una media europea ferma al 38, 9%.

L’aiuto dalle AI

«Sono stati fatti tanti passi in avanti in questi anni» spiega il presidente della Fondazione Comunica e fondatore di Digitalmeet Gianni Potti «ma c’è ancora molto da fare: ecco perché quest’anno abbiamo deciso di tornare alle origini: all’alfabetizzazione digitale applicata al capitale umano e alle competenze. E siamo convinti che l’AI possa aiutare molto le persone per fare loro acquisire competenze attraverso percorsi di apprendimento su misura per ciascuna necessità e obiettivo. Ma a prescindere dal fascino di tutto ciò, resta il fatto che le persone, per usare questo enorme patrimonio tecnologico, devono anche capirlo criticamente. Senza comprensione non c’è utilizzo e l’AI rischia di trasformarsi in un veicolo di nuove disuguaglianze».

Temi ed eventi

Durante una tredicesima edizione che si prevede possa superare il record di spettatori del 2024 (130 mila gli utenti dell’evento tra on line e off line), al Digitalmeet 2025 si parlerà delle Olimpiadi di Milano-Cortina viste dal digitale, di urbanistica, di medicina, di aziende e welfare, di sport, di Industria 5. 0 e molto altro ancora.

Ci sarà spazio per la “Sfida del Commodore 64” che metterà 52 classi di fronte ad una gara di programmazione con linguaggi nuovi e hardware vintage, ci si potrà confrontare a Relazionexpo 2025, la fiera delle pubbliche relazioni a Verona. Si potrà partecipare alla “Start up Marathon” con l’Area Science Park e Unicredit, che permetterà di trovare posto tra le startup italiane che esporranno i loro progetti al Ces di Las Vegas in Usa. Si potrà scoprire il tema dei computer quantistici o approfondire, comodamente da casa, i temi di frontiera con il progetto Surfing The Future che offrirà ai partecipanti di Digitalmeet cinque interviste in digitale con altrettanti protagonisti delle nuove tecnologie.

Dal futuro al presente

«Ogni anno lavoriamo ad un evento affascinante per i temi che tratta e per gli ospiti che accoglie» conclude Potti «ma anche utile per dare ai nostri concittadini, che siano esperti o neofiti, giovani o anziani, quegli strumenti che permettano loro di trovarsi preparati di fronte alle sfide di una tecnologia che non è più il futuro ma il presente di ciascuno di noi. Lo facciamo grazie alla partecipazione di centinaia di volontari, al supporto di grandi e piccole imprese, di associazioni come Confindustria, Ferpi e Federmanager, alla fiducia delle Università e dei grandi centri di ricerca italiani. Realtà consapevoli quanto noi dell’importanza delle sfide che da 13 anni portiamo avanti con successo per l’evoluzione culturale e tecnologica del nostro Paese».

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