Torte con dedica e alzabandiera, Biella omaggia gli alpini: «Qui un’accoglienza straordinaria»

Dalla colazione con i muffin al frico con polenta, è amore tra la città piemontese e le penne nere arrivate da Veneto e Friuli Venezia Giulia: «L’adunata sta andando bene nonostante la pioggia»

Viviana Zamarian
Gli alpini della sezione di Vicenza con quelli di Udine a Oropa
Gli alpini della sezione di Vicenza con quelli di Udine a Oropa

La giornata negli accampamenti degli alpini inizia presto. C’è la colazione da preparare. «Ci sono i muffin cucinati da mia moglie Fausta». Ce li offre il capogruppo degli alpini di Adegliacco e Cavalicco (Sezione Udine) Franco Petrigh, 77 anni e 45 adunate alle spalle. «Qui siamo in 14 – dice –, siamo un gruppo molto uniti. Non è retorica, ci sentiamo davvero fratelli e si riesce sempre ad andare d’accordo».

Tre generazioni e un cappello: quando la tradizione alpina è di famiglia

Le brandine sono già state rimesse a posto, fuori il cielo di Biella è grigio. Preannuncia l’arrivo della pioggia in questa seconda giornata di adunata, in attesa della sfilata di domenica 11 maggio dove prenderanno parte (secondo una stima dell’Ana) 5 mila penne nere del Friuli Venezia Giulia e 15 mila del Veneto. Tra le tende allestite vicino al campo di rugby incontriamo tante penne nere del Nord Est. Si leva un canto, una quindicina di voci che diventano una sola. Sono quelle degli alpini di Fratta (Sezione di Treviso). Ivan De Bianchi, 49 anni, si fa portavoce dei valori alpini «È uno stile di vita, oltre ad amare le nostre montagne, amiamo la nostra amicizia» dice.

Ci spostiamo a Occhieppo Superiore, paesino di 2.500 abitanti a una manciata di minuti in auto. I tricolori sventolano a bordo strada in questa terra di risaie e industrie tessili. Piove quando ci affacciamo alla tenda degli alpini di Pinzano (Sezione di Pordenone). È ora di pranzo, il sugo al ragù è già pronto, l’acqua bolle per la pasta. Remigio Clarin, la colonna portante, ci accoglie.

«Fermati a pranzo con noi. Sai qual è il nostro motto? Non mandiamo via nessuno. L’altra sera dovevamo essere in 10, alla fine ci siamo ritrovati in 27. Portiamo sempre un po’ di pasta in più, quest’anno trenta chili, per tutte le persone che vengono a trovarci» spiega sorridendo.

Accettiamo e attorno alla lunga tavolata si siedono Loris Millin e Igor Cimarosti che ci suona il sistro, il segretario Alberto Fabris e il vicecapogruppo Stefano Simonutti. «Abbiamo ricevuto una accoglienza straordinaria – affermano –. Alcuni bambini sono venuti a portarci una torta con scritto “Viva gli alpini”. Il sindaco ci ha invitato all’alzabandiera, è stato commovente». Il tempo di un canto accompagnato dalla chitarra e dalla fisarmonica, l’adunata è qui e parla di generosità e ospitalità.

Adunata degli alpini di Biella: in piazza parte Faccetta Nera, il video

Il capogruppo Sergio Frondaroli arriva e ci porta in una sala poco distante dove stanno pranzando gli alpini di Arcade (Sezione di Treviso). Il loro è un gemellaggio che dura da tempo, ci racconta il capogruppo Rolando Migotto. «Sapevamo che il nostro gruppo – afferma – era stato affidato al cantiere numero 10 a Pinzano per contribuire a ricostruire il paese dopo il terremoto del 1976. Dopo alcuni anni è stata organizzata una bicchierata per ritrovarci e da lì è nato il gemellaggio. Il nostro legame è forte e ci unisce anche al gruppo di Corgnolo della sezione di Palmanova con cui da Bolzano facciamo le adunate insieme. Ogni anno c’è un’amicizia nuova».

Del gruppo di Arcade fa parte anche Viola Nardi, 39 anni, responsabile organizzatrice del gruppo vocale Ottetto Ana di Treviso «una formazione nata nel 2016, unica in Italia che canta a due voci per quattro persone. Siamo un coro piccolino ma dalle grandi potenzialità». Coro che nella serata di sabato si è esibito nella chiesa di Occhieppo Superiore con una formazione di Genova.

E sempre qui, a poche centinaia di metri, c’è un gruppo che sta partendo a bordo del furgone ed è diretto al borgo medievale di Ricetto di Candelo. Sono gli alpini di Gruppo di Camposampiero (Sezione di Padova). «Gli iscritti al nostro gruppo sono 125 alpini – ci spiega il capogruppo Renzo Gasparini – e qui a Biella siamo una cinquantina. L’adunata sta andando bene nonostante la pioggia. Ci auguriamo che per il 2027 venga scelta Verona. Intanto andiamo a visitare il territorio».

A una quindicina di chilometri c’è il santuario di Oropa che domina la città. Percorriamo la strada in salita, quella che nel 1999 fu teatro della storica rimonta di Marco Pantani al Giro d’Italia, se lo ricordano benissimo qui. All’ingresso troviamo il consigliere regionale Edy Morandini con gli alpini di Reana del Rojale. Ci sono le penne nere udinesi assieme a quelle di San Pietro in Gru (Sezione di Vicenza), di cui l’anno scorso erano state ospiti a Vicenza, con il sindaco Paolo Polati. «Una grande emozione che risveglia l’amore per la nostra Italia ed è affermare ogni anno il valore degli alpini» dice il primo cittadino.

Torna il sole a Biella e intanto sul telefonino ci arrivano le foto degli alpini di Resia, Stolvizza e Resiutta. Hanno preparato frico e polenta per gli amici di Biella. Tradizione rispettata, insomma, anche in Piemonte. 

Canti tra le tende

Gli alpini di Fratta (Sezione di Treviso) ci accolgono nella loro tenda nell’accampamento allestito vicino al campo di rugby di Biella con uno dei canti tipici alpini.«Siamo un gruppo molto unito – raccontano –, per noi essere alpini vuol dire amare le nostre montagne, certamente. Ma sopratutto amicizia e fratellanza».

Gli alpini di Fratta (Sezione di Treviso)
Gli alpini di Fratta (Sezione di Treviso)

In pulmino alla scoperta del territorio

Gli alpini di Camposampiero (Sezione di Padova)
Gli alpini di Camposampiero (Sezione di Padova)

L’adunata diventa anche una occasione per scoprire il territorio con gli amici alpini. Ieri gli alpini di Camposampiero (Sezione di Padova) hanno colto l’occasione di visitare il borgo medievale di Ricetto di Candelo. «Siamo andati a vedere anche il santuario di Oropa – affermano – ed è bello poter visitare l’Italia condividendo i valori alpini».

«Ogni anno ci ritroviamo insieme»

gruppo di artiglieria da montagna Belluno
gruppo di artiglieria da montagna Belluno

 

Ogni anno si ritrova il gruppo di artiglieria da montagna Belluno. «Eravamo di leva a Pontebba da giugno 1976 fino a febbraio 1977 – racconta Francesco Nardi, 69 anni della sezione di Treviso –. Ogni anno ci ritroviamo. Qui siamo ospiti del mio fratello di Naja Giuliano di Occhieppo Superiore a cui abbiamo consegnato una targa per la sua disponibilità».

«C’è sempre un posto a tavola»

 

gruppo di Pinzano (sezione Pordenone)
gruppo di Pinzano (sezione Pordenone)

 

Il loro motto è “Non mandiamo via nessuno”. Loro, gli alpini di Pinzano (Sezione di Pordenone) accolgono tutti nella loro tenda. «Perchè l’adunata – dice Remigio Clarin – è anche questo, far conoscere a tutti i valori alpini. Ci sono venuti a trovare dei bambini ai quali abbiamo spiegato la nostra storia. Sono tornati dopo aver preparato con la mamma una torta con scritto “Viva gli alpini”. È stato commovente»

 

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