Vincent Van Gogh, 80 capolavori a Padova «Sono il grande romanzo della sua vita»

dall'inviato a Otterlo
Claudio Malfitano
C’è tutto l’universo di Vincent Van Gogh nella mostra che Marco Goldin ha presentato ieri mattina al Kröller-Müller Museum di Otterlo, in Olanda. La sesta che lo storico dell’arte trevigiano con la sua “Linea d’ombra” (25 anni nel 2021) dedica al tormentato genio dell’artista olandese. La prima a Padova, l’urbs picta che dai cieli stellati giotteschi ha rivoluzionato l’utilizzo dei colori nella pittura.
E l’arcobaleno cromatico di Van Gogh troverà largo spazio nelle dieci sale del centro San Gaetano che ospiteranno dal prossimo 10 ottobre, e fino all’11 aprile 2021, ben 125 di cui oltre 80 solo dell’artista olandese, più una quarantina di dipinti di autori che hanno, a volte indirettamente, intrecciato il suo cammino: ovviamente Gauguin, ma anche Pissarro, Signac, Bernard, Delacroix, Courbet, Miller, fino alle stampe giapponesi da Hiroshige a Kunisada.
il racconto
«Questa non sarà una mostra generica. L’ho pensata come una specie di romanzo, un grande racconto che segue tutte le fasi della vita di Van Gogh. A partire dalla miniera di Marcasse, poi gli anni olandesi e i quattro anni e mezzo vissuti Francia, i paesaggi di Arles fino alla casa di cura di Saint-Rémy», anticipa Goldin.
E se in autunno uscirà il suo secondo romanzo dedicato al pittore olandese, il terzo avrà come pagine le sale del San Gaetano e si svilupperà in cinque capitoli-sezioni, corredati da svariati approfondimenti. L’apertura sarà potentissima. E, paradossalmente, non sarà un quadro di Van Gogh. Ma il suo ritratto-omaggio fatto da Francis Bacon nel 1957. Il rimando è al quadro dell’artista olandese distrutto da un bombardamento alleato su Magdeburgo durante la seconda guerra mondiale.
Era la figura dello stesso pittore, che tornava dal lavoro quotidiano, davanti ai campi di grano di Arles: «Ho sempre visto Van Gogh come una sorta di Mosè che apre le acque», racconta Goldin, «Una figura quasi mitologica che riesce ad anticipare il futuro, caricando sulle sue spalle l’umanità intera». Quindi lo sviluppo cronologico come spina dorsale di una serie di approfondimenti, fino agli accostamenti più insoliti come quelli con le stampe giapponesi che Vincent amava collezionare assieme al fratello Theo.
PRESTITI DELICATISSIMI
Dunque si parte con gli anni della formazione: dalla miniera di Marcasse all’Aia. Poi un colore che cambia da Neunen a Parigi. Per giungere all’anno decisivo, il 1888, quando arriva ad Arles e sviluppa il contrastato rapporto con Paul Gauguin. Fino alla fine del viaggio, a Saint Rémy e poi Auvers-sur-Oise, tra lune e nuvole. Richiamo, quest’ultimo, ai cieli che saranno filo conduttore della mostra del 2021, sempre al San Gaetano. Il centro culturale di via Altinate a Padova sarà motore culturale della città grazie al mezzo milione di euro investito dall’amministrazione per adeguare impianti e sicurezza alle mostre di primo livello. I capolavori di Van Gogh, ad esempio, sono delicatissimi: «Ci sono tantissimi quadri fragili che non possono viaggiare», spiega ancora il curatore, «Questo perché usava colori poveri e spesso non erano tele preparate». Arriveranno 67 opere solo dal museo olandese immerso in un parco nazionale in cui Goldin ha radunato giornalisti, curatori e artisti da tutta Europa per lanciare la mostra. Ma Padova sarà la destinazione finale di decine di casse blindate provenienti dai più importanti musei europei e americani.
Oltre che quella – così spera il sindaco di Padova, Sergio Giordani – di decine di migliaia di visitatori. Così l’arte torna a essere, prosaicamente, anche business. —
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