In senso orario partendo da in alto a sinistra il ponte degli Scalzi, il ponte della Misericordia alta, il ponte dei Miracoli e il ponte della Scoassera (foto Daniele Resini)
In senso orario partendo da in alto a sinistra il ponte degli Scalzi, il ponte della Misericordia alta, il ponte dei Miracoli e il ponte della Scoassera (foto Daniele Resini)

Raccontare Venezia attraverso i suoi ponti: la sfida del fotografo Daniele Resini

Torna con una nuovissima edizione “Venezia - I ponti” arricchito con vari scatti, aggiornato con l’ultimo manufatto intitolato a Valeria Solesin e tradotto per la prima volta in inglese: «Un libro per veneziani ma anche per turisti attenti»

Mitia Chiarin

Oltre 600 fotografie per raccontare la storia, la funzione di collegamento tra diverse zone, le curiosità di 340 ponti pubblici e 19 privati. Per un viaggio di scoperta, visivo, di Venezia.

Un viaggio che impone a chi vuole studiare itinerari nuovi di fermarsi, alzare lo sguardo, cercare con la vista di cogliere particolari finora mai notati. Un percorso affascinante, decisamente da vivere a piedi e lontano dalla resse del turismo intruppato nelle calli. E questo lo offre un libro che utilizza la fotografia per raccontare Venezia e la sua caratteristica di città sull’acqua.

Torna con una nuovissima edizione “Venezia - I ponti”, monumentale lavoro fotografico del fotografo Daniele Resini. Dopo la prima edizione del 2011, il volume torna, si amplia, e si sdoppia.

Si amplia perché Resini è tornato a scattare foto da nuove angolature, in nuovi orari, con nuovi giochi di luce.

E poi ha aggiunto anche l’ultimo ponte veneziano, quello dedicato a Valeria Solesin, a San Giobbe.

E si sdoppia perché la nuova edizione prevede una versione in italiano e l’altra in inglese, pensata per quei turisti che vogliono vivere Venezia in modo rilassato, attento. Di scoperta, appunto.

«Ho documentato i vari ponti della città divisi per sestieri e sono andato alla ricerca dei toponimi esatti, per evitare l’odierna confusione», racconta il fotografo. «Per ogni ponte ci sono lunghe didascalie che ne spiegano la storia, la funzione di collegamento tra diverse zone della città e anche utili informazioni su quello che ci sta attorno da vedere. Tornare a scattare foto ai ponti permette, a seconda degli orari, della luce, del gioco di chiaro e scuri di scoprire sempre qualcosa di nuovo». Almeno seicento gli scatti, se non di più.

Resini continua. «Per la maggior parte dei ponti si aggiungono le immagini di tantissimi dettagli. I tre grandi testoni del ponte delle Guglie. Ancora, le teste di leone, gli angeli, i preziosi scudi su molte delle loro chiavi di volta, testimonianza, fino a fine settecento, delle famiglie da cui provenivano i “provveditori de Comun”, i tre “assessori” ai lavori pubblici della Repubblica di Venezia, che ne autorizzavano la costruzione e rispondevano ai posteri, proprio per questo attestato di pietra durevole, della credibilità del loro operato».

Nel libro ogni ponte diventa un racconto. Anche delle arti e mestieri veneziani. Perché molti ponti portano i nomi di antichi mestieri: Remeri, pistori, tentori, forneri, scorzeri. Tra riferimenti dialettali e suggestioni architettoniche ci sono ponti piccoli, lunghi, storti, rossi.

Le basi costruttive hanno rispettato le tecniche del passato anche nelle ricostruzioni. «E anche i lavori di rifacimento realizzati, per esempio, da Insula hanno rispettato quei principi alla lettera», ricorda il fotografo che ha per anni documentato i cantieri della partecipata del Comune. «Un libro per veneziani ma anche per turisti attenti», dice.

E il suo è un invito a vivere Venezia in un modo diverso. «Dai ponti guardiamo incessantemente, magari senza prestare particolare attenzione a un gesto abituale. Se questo libro funzionerà, farà ritornare sui propri passi, e sui propri sguardi». E magari farà venire voglia a tanti di scoprire scorci nuovi, uscendo dai tradizionali, inflazionati, percorsi del turismo di massa cittadino che affossano Venezia.

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