Terracotta, bronzo e legno I gatti felici di Giorgio Celiberti

Nadia De Lazzari

Grande festa felina all’Hotel Danieli, 200 anni di lusso. Qui è stata inaugurata l’esposizione “Felis in Venice” dell’artista Giorgio Celiberti, 92 anni di Udine. Tutti i suoi gatti in bronzo, terracotta, legno con posture differenti – sdraiati, accovacciati, seduti – sembrano in attesa di coccole. Appaiono curiosi, vanitosi, vigili. I loro occhioni trasmettono dolcezza, eleganza, libertà.

«Sono un omaggio alla storia di Venezia. I gatti le appartengono - commenta l’artista che ancor oggi li disegna, li dipinge, li scolpisce - Me li ricordo fin da bimbo a casa, poi li ho incontrati in laguna» . Celiberti infatti ha frequentato il liceo artistico. Nel 1946 incontra Emilio Vedova che stimola il suo talento e lo mette in contatto con l’ambiente culturale veneziano e internazionale, da Rodolfo Pallucchini a Peggy Guggenheim, da Filippo De Pisis a Virgilio Guidi, da Arturo Martini a Carlo Scarpa. Due anni dopo il dipinto “Ferrovia” viene accettato alla Biennale.

Celiberti è diciottenne, un record ancora imbattuto. Non solo la bellezza felina, nel tempo la sua materia diventa spirito. Nell’esposizione si incrociano altre opere, l’antichità e la memoria tramutate in “obelischi” e “finestre” . Il fil rouge è sempre Venezia. L’elemento di architettura verticale – guglia, stele – funzionava da camino e ornamento. “Rievoca il minareto e l’Oriente” , osservano gli organizzatori. Le “finestre” si aggrappano invece alla drammatica storia dei 15.000 bambini ebrei che nel campo di concentramento di Terezin (Praga) disegnavano farfalle, fiori, casette. Celiberti volle andarci, anche nel ghetto veneziano, il più antico al mondo. Dopo quel viaggio il suo stile diventa ricerca di verità. Calendario visite: 7 e 28 ottobre, 11 novembre, ore 16, prenotazione obbligatoria a info@giorgioceliberti.it. —



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