L’Uomo Vitruviano, un algoritmo della Divina Proporzione

Trenta anni di riflessione, sette anni di ricerche per capire che L’Uomo Vitruviano di Leonardo è l’immagine dell’algoritmo segreto che gli artisti hanno usato dal IV al XVIII Secolo per “certificare” le proprie opere come ispirate dalla Divina Proporzione. Per cinque secoli il disegno avrebbe nascosto un inganno: non soltanto è molto di più di quello che sembra, ma sarebbe stato realizzato per dare forma in modo criptato al segreto dei segreti, l’antichissima formula aritmetica e geometrica che le botteghe usavano e tramandavano solo tra di loro, in osservanza dei parametri imposti dalla Chiesa, per realizzare ogni tipo di opera.
cOME UN THRILLER
È lo studio, affascinante come un thriller, realizzato da uno studioso di chiara fama come Roberto Concas, storico dell’arte già direttore dei Musei Nazionali di Cagliari. Il suo lavoro – anticipato all’agenzia Ansa – sarà oggetto di due volumi editi da Giunti, il primo a gennaio, e di una grande mostra a Cagliari da maggio con il titolo “L’inganno dell’Uomo Vitruviano. L’algoritmo della divina proporzione”.
Scoperta nella scoperta, la prima cosa che ha capito Concas è che il disegno realizzato da Leonardo nel 1490 in realtà contiene due uomini in due diverse età della vita – forse addirittura tre – e va guardato allo specchio per riportare alla luce l’immagine vera del disegno e dare un senso a quelli che finora era considerati “errori”.
«La teoria direi meglio la scoperta di Concas» dice la direttrice del Polo museale che accoglierà la mostra, Giovanna Damiani «è a mio avviso definibile come rivoluzionaria, capace di imporre un nuovo paradigma di lettura nella storia dell’arte, un canone rimasto inedito, che non cancella quelli a noi consueti ma apre a interpretazioni nuove, forse intuite da alcuni storici dell’arte ma mai sino ad oggi codificate».
pALE D’ALTARE
Spiega Concas: «Tutto è iniziato dalle domande che mi sono posto sui Retabli della Sardegna, le caratteristiche pale d’altare. Perché, mi chiedevo, hanno questa forma particolare a tre? Non c’erano risposte. Ho cercato per 30 anni. Poi ad un certo punto trovo l’algoritmo che mi fa capire quale sia la parte centrale e quale quella laterale. Ma era solo l’inizio. Nel 2012, guardando questo disegno dell’Uomo Vitruviano noto una proporzione simile nella riga sotto: due parti più piccole una centrale più grande. È faticoso spiegarlo ma è stato come aprire una scatola dopo l’altra, ogni soluzione me ne apriva tre insieme, una casistica. Ho iniziato a capire che il disegno contiene due volti. L’occhio destro è di un uomo maturo, quello a sinistra di un volto più giovane. Mi è venuta intuizione, se ha sempre scritto a sinistra ha imparato usando lo specchio, anche qui usa lo specchio per ricostruire la figura completa. E le misure mi hanno dato ragione».
sISTEMA D’INSIEME
Quindi due uomini di età diversa, ma disegnati per rappresentare quella che il Frate matematico Luca Pacioli definiva come la scienza segretissima della Divina proporzione: un «sistema d’insieme», «rilevabile con misure micrometriche, regole della geometria piana, calcoli aritmetici e infine con l’uso di una banalissimo specchio», racconta ancora Concas: «Ad esempio le misure delle braccia, che sono diverse, vengono dal concetto di un numero generatore, 225, 5 e 180, 5. Facendo sottrazioni o divisioni si ottengono tutte le misure esatte delle due braccia». «Leonardo temeva che potesse perdersi per strada quella regola che era stata usata da architetti, artisti, letterati e poeti. Usata per la prima volta nell’Arco di Costantino, nel 315-325 dopo Cristo – spiega Concas –, gli anni del primo concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico cristiano. Ma anche nella Pietà di Michelangelo e ovviamente nella Gioconda. Erano regole semplici in fondo. Anche Raffaello faceva capolavori stando nelle regole. L’algoritmo dal quarto secolo, quando la religione cristiana diventa religione di stato, fino al diciottesimo, serviva a diffondere e difendere le corporazioni. Per essere riconoscibili e certificarsi. Non bastava disegnare una Madonna, andava fatto secondo le regole segrete».
Se Leonardo avesse svelato che L’Uomo Vitruviano era tutto questo, racconta ancora Concas, «lo avrebbero messo al rogo». —
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