Giacomo, Giovanni e i dinosauri al festival «I Mazzariol, una famiglia straordinaria»

Il film tratto dal libro del giovane di Castelfranco sarà alle Giornate degli Autori il 2 settembre, parla il regista Stefano Cipani



«Avevo iniziato a staccargli di dosso il codice a barre con scritto Down e avevo iniziato a vederlo per quello che era».

Lo scrive Giacomo Mazzariol nel suo libro “Mio fratello rincorre i dinosauri” a proposito di Giovanni, nato con un cromosoma in più. Una sorta di diario, non una testimonianza sulla disabilità, ma il racconto, autentico e spontaneo, della quotidianità con un fratello affetto dalla sindrome di Down. Un libro che il regista Stefano Cipani, trentatreenne bresciano già autore di cortometraggi, ha letto tutto d’un fiato per portarlo sullo schermo. Il suo lungometraggio d’esordio, con lo stesso titolo del libro, sarà presentato in anteprima il 2 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia come evento speciale delle Giornate degli Autori, e sarà nelle sale dal 5 settembre.

percorso magico

«Mi sono innamorato del libro di Mazzariol» racconta il regista. «L’ho trovato adatto alle mie corde perché parlava di teenagers e di sibling, cioè di fratelli delle persone con disabilità. Mi sono immedesimato in Giacomo, nella sua vita in un piccolo centro cittadino, nella sua ricerca di identità, nella vergogna che provava nell’affrontare la propria adolescenza con la presenza ingombrante di un fratellino Down, prima di arrivare a guardare Giovanni con altri occhi e riuscire ad entrare nel suo mondo, accettando così se stesso». Un mondo, quello del cromosoma in più, che Cipani prima di oggi aveva solo osservato occasionalmente. «Credo che a ognuno di noi sia capitato di averne esperienza, più o meno diretta. Avevo un vicino di casa e un compagno di classe Down. In prima liceo ho passato con la scuola un intero weekend in un centro che ospitava molti disabili: in quella occasione ho scoperto quanto fosse importante parlare di disabilità, tanto da realizzare un cortometraggio sul tema».

L’incontro con Giacomo (che ha collaborato anche alla sceneggiatura del film scritta da Fabio Bonifacci), con Giò e con la famiglia Mazzariol è stato decisivo. «Ho scoperto un ambiente familiare eccezionale, proprio come viene descritto nel libro. Anzi, sulla pagina si può avere la sensazione che la famiglia Mazzariol sia persino troppo perfetta. Invece Katia, Davide, le sorelle Chiara e Alice e, naturalmente Giacomo e Giò sono proprio così, spontanei, compatti, un argine generoso di fronte ai problemi che affrontano tutti i giorni. In Giacomo, poi, ho trovato un amico che ha vigilato sul film passo dopo passo perché la sua esperienza fosse colta con autenticità dalle immagini».

Una storia che evidentemente non ha stregato solo Stefano Cipani. «È stato un percorso magico, uno di quei miracoli che capitano di rado. Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese, che nel film sono papà e mamma Mazzariol, hanno letto la sceneggiatura e se ne sono innamorati. Essendo la nostra una co-produzione spagnola, abbiamo pensato a Rossy De Palma – musa di Almodovar – per il ruolo della zia Rock: l’ho incontrata in un centro commerciale a Madrid e anche lei ha accettato subito il ruolo».

Il casting

Decisamente più complicato trovare il resto del cast: non solo per coprire due età dei fratelli Mazzariol (con attori che si assomigliassero nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza) ma soprattutto per trovare un Giò adatto (anzi due). «È stato un lavoro di casting lunghissimo. Ci siamo affidati a Martina Fuga che è un punto di riferimento per alcune associazioni che lavorano con ragazzini Down e che ci ha messo in contatto con molte delle loro famiglie. Così abbiamo scovato Antonio Uras (per le sequenze di Giò bambino) e Lorenzo Sisto (Giovanni a 8 anni). Naturalmente non è stato semplice lavorare con Lorenzo che non poteva avere sempre il livello di attenzione e di concentrazione richiesti e, come tutti i bambini, si stancava facilmente sul set. La possibilità che fosse proprio Giovanni a interpretare se stesso nel film è stata scartata per ragioni anagrafiche, visto che dovevamo raccontare il rapporto di Giacomo quattordicenne con il suo fratellino più piccolo. E Giovanni era già troppo grande».

carica di energia

I Mazzariol sono di Castelfranco ma il film è stato girato in Emilia-Romagna, a Pieve di Cento alle porte di Bologna. «Purtroppo la produzione non ha trovato nessun tipo di sostegno in Veneto. Si è, allora, deciso di girare in Emilia che ha una forte film commission e ha una gran voglia di essere protagonista nel cinema. In realtà i luoghi del film non sono identificabili, perché volevo restituire una dimensione universale di una cittadina di provincia».

Alla Mostra del Cinema ci sarà anche un’altra storia veneta (proprio di Castelfranco), scritta da Fulvio Ervas e portata sullo schermo da Gabriele Salvatores. «Salvatores è stato una fonte di ispirazione» confessa Cipani. «Per me è un onore essere al Festival con lui. Sono emozionato e terrorizzato anche se so di non essere solo, di avere con me l’energia di una squadra e della famiglia Mazzariol. Dopo tante delusioni, sinfonie di no, porte in faccia e mille dubbi sul mio futuro da regista, ho trovato una storia da portare al cinema per far conoscere Giò che rincorre i dinosauri e ha un cromosoma in più». —





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