Cercando la colonna sonora della vita

Domani al Candiani «La musica è il mio radar»
Lo scrittore Massimiliano Nuzzolo
Lo scrittore Massimiliano Nuzzolo
 C'è la scoperta di Karlheinz Stockhausen, «musica classica, però d'oggi», delle sue sperimentazioni elettroniche che hanno cambiato il paesaggio sonoro del Novecento (Massimiliano Nuzzolo, Giulio Mozzi). La figura maledetta di Kurt Cobain, dei «ragazzi interrotti» del grunge (Tommaso Pincio). O l'aura magnetica che attira reciprocamente il musicista nero T. e l'inserviente africano Kwame Obote in un importante studio londinese di registrazione, emozionante ritratto di un musicista immenso, Thelonious Monk, pagine che hanno il sapore di splendidi racconti del cinema americano (Teo Lorini). Diciannove autori scrivono la loro autobiografia musicale: la canzone che fa da colonna sonora all'infanzia, un amore, un addio; gli oggetti: il walkman (Ugo Sette: «Per me quelli che ascoltano la musica con le cuffie sono degli idioti. La musica ha bisogno dell'aria per esistere»), il vocoder (Nuzzolo); il Disco di gommalacca e vinile con il suo «delicato crepitio del rumore di superficie» (l'inglese Richard Blandford, per la prima volta tradotto in Italia).  Sono i 19 autori dell'antologia La musica è il mio radar (Mursia, Milano 2010, 188 pagine), a cura dello scrittore mestrino Massimiliano Nuzzolo - che per Azimut di Roma ha curato Mestre per le strade - un libro che è oltre la narrativa, il diario, la stessa musica.  Il volume viene presentato domani alle 21 al Candiani di Mestre da Nuzzolo con Matteo Scarabotti (Amref) e Gianluca Morozzi, Ivano Bariani, Marco Di Marco, Elisa Genghini, Giulio Mozzi, Renzo Di Renzo; segue il concerto del gruppo Zabrisky.  È un libro da radio della notte, da parole come assoli di batteria, confessioni come fossero lunghi assoli del sax; è una letteratura-musica senza necessariamente ricorrere alla frase ritmica. La musica è il mio radar è altro, non parla della musica da ascoltare ma della musica da vivere, o da rivivere, o della scoperta della vita attraverso la musica. Lo splendido «Autodafè. Un alibi a futura memoria» di Marco Di Marco, oltre a essere un lucido saggio di sociologia musicale, ha il timbro di una radio nella notte, di chi dal microfono di un'emittente si rivolge al popolo del buio con una voce profonda, guardando lo specchio dei vetri dello studio e le luci ancora accese nei palazzi.  Gli autori sono Ivano Bariani, Richard Blandford, Federica de Paolis, Marco Di Marco, Renzo Di Renzo, Elisa Genghini, Teo Lorini, Andrea Malabaila, Ignacio Martinez De Pisón, Federico Moccia, Raul Montanari, Gianluca Morozzi, Giulio Mozzi, Paolo Nori, Massimiliano Nuzzolo, Tommaso Pincio, Marco Rossari, Ugo Sette, Marek Van Der Jagt (Arnon Grunberg). Le royalties del libro finanzieranno i progetti idrici dell'associazione umanitaria Amref nei distretti di Kajiado, Kitui, Makueni (Kenya).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia