Yacht trasformati in B&b la Procura pronta al processo

venezia. Sono accusati di aver trasformato la darsena di Sant’Elena in un bed&breakfast galleggiante di lusso: il pubblico ministero Giorgio Gava si appresta a chiedere la citazione a giudizio diretta per gli indagati dell’inchiesta che la scorsa estate ha fatto sequestrare 14 yacht ormeggiati alla Marina di Sant’Elena (da una barca a vela di 6 metri e mezzo a yacht lunghi 20-30 metri), offerti sui siti turistici come alternativa ad hotel e alloggi. Il tutto - secondo le contestazioni della Procura - in maniera abusiva e in violazione delle normative sugli scarichi reflui in laguna. Sigilli apposti alla stessa darsena e tolti solo a fine stagione, dopo la rimozione di alcuni bagni e scarichi contestati dalla Procura.
In queste settimane, dopo aver notificato la chiusura delle indagini, il pubblico ministero ha raccolto le memorie difensive dei legali e sentito gli indagati che hanno chiesto di essere interrogati e ora si prepara a chiedere il processo per titolari degli yacht (uno è stato nuovamente sequestrato dai carabinieri a Trieste, dove si era trasferito per proseguire l’attività di B&b) e della darsena. Fotografando la situazione a luglio, la Procura ha mosso contestazioni in merito alla mancanza di autorizzazione urbanistiche per l’offerta delle barche come stanze d’hotel, con relativi scarichi direttamente in laguna dei bagni di bordo. Alla darsena sono state contestate violazioni urbanistiche e ambientali: in questi mesi, però, la struttura si è dotata di un impianto di aspirazione dei reflui, ha rimosso alcuni servizi igienici non autorizzati ed ha potuto così riaprire.
A finire sotto indagine, sono così stati Stefano e Alvise Costantini, amministratori, assieme al vicentino Gianfranco Adamati della Celli srl, la società che gestisce la darsena. Con loro, i proprietari delle imbarcazioni, accusati di averle trasformate in b&b: il mestrino Matteo Groppo (Freedom e Akos); Alberto Tuchtan di Istrana e Bruno Marsetti di Piove di Sacco (Mandragola); lo jesolano Alessandro Berton (San Marco); i bergamaschi Angelo Giuseppe e Federica Sporchia, e i pugliesi Vito Santoro e Anna Stella Canistro (con l’imbarcazione Absolut); Camilla Cecchini, Enrico Sicuro e Marina Rossi di Mogliano (Licyan Princess); il veneziano Eugenio Miozzi (Acamar e Tiffany); Barbara Zabeo, di Chirignago (Cori); i mestrini Eros Scarpa, Lorella Fabro, Enrico Silvestri e Beatrice Scarpa (Bert); il sandonatese Fabrizio Trevisiol (Sofà II); Stefano Naidi di Mogliano (Eolo 3 e Pinta IV); il padovano Matteo Battan (Diva e Caicco Freedom); il pugliese Nicola D’Amore (Just Holidays). Per l’utilizzo dello yacht Odysseus, francese, sono chiamati a rispondere i gestori della darsena. Le difese si appellano alla legge regionale sulle marine resort perché le barche non erano sempre agli ormeggi.—
R.D.R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia