«Volevamo un contratto da tanto tempo»

«Sono anni che chiediamo venga messo ordine. Questo per noi è l’inizio, non la chiusura, di un percorso. Volevamo un affitto da pagare con un calcolo scientifico che ponesse fine a tante sterili polemiche perché siamo una cooperativa sociale a cui non vanno fatti regali ma che intende dimostrare, e lo facciamo, di essere una valida alternativa all’attuale mercato». Alberto Cazzador della cooperativa Controvento, che gestisce la ristorazione a Forte Marghera, commenta così le delibere del Comune che delineano un nuovo percorso, non senza incognite, per la valorizzazione dell’area fortificata, gioiello di Mestre e spazio molto amato dai cittadini. Tre i ristoranti della cooperativa (“Dispensa”, “Bagolaro” e la griglieria pizzeria “Gatto Rosso”) che ha dato uno slancio a Forte Marghera ma che ha dovuto destreggiarsi in una situazione “grigia” sul fronte delle autorizzazioni.
Ora il commissario ha stabilito un contratto con la Controvento per un periodo di 4 anni e un canone annuo di 66.554 euro da aggiornare su base Istat, oltre al pagamento di utenze, imposte e tasse. «La cooperativa dovrà svolgere attività di ristorazione e culturali a condizione di ottenere tutte le necessarie autorizzazioni igienico-sanitarie nonché edilizie e commerciali», dice la nota del Comune.
E con la Marco Polo System Geie dovrà continuare a svolgere «i servizi resi finora e volti alla pubblica fruibilità del forte». Ovvero, spiega Cazzador, «servizi finora mai remunerati ma sempre garantiti come pulizia dei viali, sfalcio dell’erba, sorveglianza e pulizia dei numerosi cestini dei rifiuti. Per i quali non ci è mai stato riconosciuto nulla».
Un contratto che a qualcuno fa storcere il naso. «Ai nostri 60 lavoratori, tutti con contratto a tempo indeterminato, non diamo prospettive di precarietà. E continueremo a cercare di reggere. Nel 2013 abbiamo organizzato tanti eventi e versato alla Marco Polo Geie 45 mila euro più altri 130 mila euro sono stati investiti nell’area del “Bagolaro” tra 2012 e 2013. Volevamo un contratto che ci permettesse di lavorare e non chiediamo esclusive al Comune sulla ristorazione dentro il forte. Ma il Comune, prima di aprire ad altri, dovrebbe spiegarci quale progetto ha su forte Marghera», ribadisce Cazzador.
La domanda è lecita, visto che finora si attendevano i bandi per l’assegnazione degli spazi di Forte Marghera, promessi dalla regia pubblica dell’ex giunta Orsoni. E invece l’altro ieri il commissario ha fatto altre scelte: una che sancisce la nascita di una Fondazione per Forte Marghera, soggetto giuridico al pari dei Musei civici veneziani e l’altra che affida alcuni spazi per 20 anni alla Fondazione Teatro Fenice e all’Accademia di Belle Arti.
«La Fondazione era un’idea dell’ex giunta per valorizzare anche gli altri forti e patrimonializzare Forte Marghera», dice Piero Pettenò, amministratore della Marco Polo System e consigliere regionale di Rifondazione e che dovrebbe entrare nel nuovo ente. «La Marco Polo è confermata fino a giugno 2015 con la possibilità di operare altri 5 anni. I soci ora non sono solo greci ma anche Istria e Croazia e speriamo venga mantenuta dal Comune per reperire fondi europei. Il contratto a Controvento? Attendevano il contratto dal 2014 ma quattro anni sembrano pochi per rientrare dell’investimento che dovranno sostenere per dotare i ristoranti di bagni e cucine. E cinquemila euro al mese sono pochi per una simile attività di ristorazione. Che fine hanno fatto poi i bandi per portare altri soggetti all’interno del forte? Questa sarebbe ricchezza».(m.ch.)
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