«Volevamo un contratto da tanto tempo»

Il Comune autorizza la cooperativa Controvento, ma restano incognite sul futuro di Forte Marghera
Animazione al Forte Marghera per il 25 aprile
Animazione al Forte Marghera per il 25 aprile

«Sono anni che chiediamo venga messo ordine. Questo per noi è l’inizio, non la chiusura, di un percorso. Volevamo un affitto da pagare con un calcolo scientifico che ponesse fine a tante sterili polemiche perché siamo una cooperativa sociale a cui non vanno fatti regali ma che intende dimostrare, e lo facciamo, di essere una valida alternativa all’attuale mercato». Alberto Cazzador della cooperativa Controvento, che gestisce la ristorazione a Forte Marghera, commenta così le delibere del Comune che delineano un nuovo percorso, non senza incognite, per la valorizzazione dell’area fortificata, gioiello di Mestre e spazio molto amato dai cittadini. Tre i ristoranti della cooperativa (“Dispensa”, “Bagolaro” e la griglieria pizzeria “Gatto Rosso”) che ha dato uno slancio a Forte Marghera ma che ha dovuto destreggiarsi in una situazione “grigia” sul fronte delle autorizzazioni.

Ora il commissario ha stabilito un contratto con la Controvento per un periodo di 4 anni e un canone annuo di 66.554 euro da aggiornare su base Istat, oltre al pagamento di utenze, imposte e tasse. «La cooperativa dovrà svolgere attività di ristorazione e culturali a condizione di ottenere tutte le necessarie autorizzazioni igienico-sanitarie nonché edilizie e commerciali», dice la nota del Comune.

E con la Marco Polo System Geie dovrà continuare a svolgere «i servizi resi finora e volti alla pubblica fruibilità del forte». Ovvero, spiega Cazzador, «servizi finora mai remunerati ma sempre garantiti come pulizia dei viali, sfalcio dell’erba, sorveglianza e pulizia dei numerosi cestini dei rifiuti. Per i quali non ci è mai stato riconosciuto nulla».

Un contratto che a qualcuno fa storcere il naso. «Ai nostri 60 lavoratori, tutti con contratto a tempo indeterminato, non diamo prospettive di precarietà. E continueremo a cercare di reggere. Nel 2013 abbiamo organizzato tanti eventi e versato alla Marco Polo Geie 45 mila euro più altri 130 mila euro sono stati investiti nell’area del “Bagolaro” tra 2012 e 2013. Volevamo un contratto che ci permettesse di lavorare e non chiediamo esclusive al Comune sulla ristorazione dentro il forte. Ma il Comune, prima di aprire ad altri, dovrebbe spiegarci quale progetto ha su forte Marghera», ribadisce Cazzador.

La domanda è lecita, visto che finora si attendevano i bandi per l’assegnazione degli spazi di Forte Marghera, promessi dalla regia pubblica dell’ex giunta Orsoni. E invece l’altro ieri il commissario ha fatto altre scelte: una che sancisce la nascita di una Fondazione per Forte Marghera, soggetto giuridico al pari dei Musei civici veneziani e l’altra che affida alcuni spazi per 20 anni alla Fondazione Teatro Fenice e all’Accademia di Belle Arti.

«La Fondazione era un’idea dell’ex giunta per valorizzare anche gli altri forti e patrimonializzare Forte Marghera», dice Piero Pettenò, amministratore della Marco Polo System e consigliere regionale di Rifondazione e che dovrebbe entrare nel nuovo ente. «La Marco Polo è confermata fino a giugno 2015 con la possibilità di operare altri 5 anni. I soci ora non sono solo greci ma anche Istria e Croazia e speriamo venga mantenuta dal Comune per reperire fondi europei. Il contratto a Controvento? Attendevano il contratto dal 2014 ma quattro anni sembrano pochi per rientrare dell’investimento che dovranno sostenere per dotare i ristoranti di bagni e cucine. E cinquemila euro al mese sono pochi per una simile attività di ristorazione. Che fine hanno fatto poi i bandi per portare altri soggetti all’interno del forte? Questa sarebbe ricchezza».(m.ch.)

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