Volantini contro la Chiesa di Venezia e il patriarca Moraglia: incastrati i “corvi”

VENEZIA. I corvi del Patriarcato volano da Milano alla laguna e la vicenda della delazione con volantini s’intreccia con quella di don Massimiliano D’Antiga, il prete ribelle che tanto ha fatto parlare di sé lo scorso anno a Venezia.
Si pensava a un corvo che per sette mesi ha disseminato la città con vari volantini contro il Patriarca. In realtà l’indagine dei carabinieri della Compagnia di Venezia dimostra che sono due, ed entrambi di Milano. Uno con casa a Venezia.
Si tratta di E.D.G., 75 anni e di G.B., 54 anni. Sono entrambi indagati per diffamazione aggravata. Ci sono elementi per dire che i due sono gli autori della ventina di scritti tra lettere e volantini attaccati in varie parti della città, che da fine gennaio del 2019 a inizio agosto dello stesso anno, sono stati usati per attaccare il Patriarca Francesco Moraglia e la chiesa di Venezia.
I due sono già stati perquisiti e agli stessi è stato sequestrato parecchio materiale tra pc, documenti, telefonini, biglietti di treno e fatture. Perquisizioni avvenute nei mesi scorsi.
Tra le parti offese non c’è solo la Chiesa di Venezia, il Patriarca e altri prelati. C’è pure il professore Alessandro Tamborini, per certi versi un fustigatore di certi comportamenti della Chiesa che lui ritiene essere alla base della deriva che mina l’integrità del mondo cattolico. Comunque sia, Tamborini si è riconosciuto tra coloro che sono stati presi di mira dal “corvo” o forse meglio dire ora dai “corvi”, in alcuni volantini e ha sporto denuncia. Poi ha fornito anche elementi utili alle indagini.

E fin qui le cose certe di una vicenda ingarbugliata che può riservare aspetti ancora più succosi in quanto si intreccia con quella di don Massimiliano D’Antiga, il prete allontanato dal Patriarca dalla parrocchia di San Zulian. Un prete che si ribellò alla decisione di Francesco Moraglia di trasferirlo, scatenando una “guerra” tra parrocchiani, diversi dei quali protestarono pubblicamente a suo favore. I volantini dei “corvi” si ispirano, in molte parti, a questa vicenda. Poi c’è il fatto che don D’Antiga conosce bene i due indagati, tanto da frequentare l’abitazione di quello che ha casa in laguna.

Quando la vicenda di don D’Antiga entra nella vita della Chiesa veneziana iniziano le lettere e i volantini del “corvo”. Vengono presi di mira preti vari accusati di pedofilia, lo stesso Moraglia viene accusato di aver coperto delle storie con protagonisti preti pedofili, mentre la vicenda della “clan” di don Massimiliano diventa un fardello pesante per il Patriarcato: i famigliari e lui stesso sono accusati di gestire per i propri interessi i beni della parrocchia e in particolare quello che i fedeli lasciano alla chiesa. Ad un certo punto Moraglia decide di mettere un punto fermo alla vicenda e comunica a don D’Antiga di aver aperto, d’accordo con la Santa Sede, un processo canonico. Altri processi, della Giustizia ordinaria, continuano per i famigliari del “prete ribelle”. Ora arriva l’identificazione dei “corvi”, uno dei quali “beccato” dalle telecamere vicino alla Fenice mentre incolla un volantino su un muro. —
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