Vogalonga solo alla veneta, edizione speciale limitata con le società remiere

VENEZIA. Numero “chiuso” alla Vogalonga, e sfilata riservata ai vogatori della voga alla veneta. Limiti che qualcuno invocava negli anni d’oro dell’assalto straniero alla maratona non competitiva sull’acqua. Adesso imposti dal virus.
Per un anno la Vogalonga torna alle origini. Sarà un’edizione molto speciale, quella annunciata per il 23 maggio. Iscrizioni ammesse solo per le barche della voga alla veneta. Potranno arrivare anche dall’estero, ma dovranno essere della voga “in piedi”. Un sistema escogitato dagli organizzatori per non perdere la tradizione il secondo anno consecutivo. Nel 2020, il primo della pandemia, la Vogalonga era stata annullata. Sostituita da una “vogata spontanea”.
Stavolta il comitato vuole esserci, anche per festeggiare i 1600 anni della fondazione di Venezia. «Siamo in attesa delle ultime indicazioni dal Comune e dalla Prefettura», dice il presidente del comitato organizzatore Antonio Tosa Salva, «poi apriremo le iscrizioni. Sarà una Vogalonga riservata ala voga veneta. Iscrizione gratuita, gratuito anche il lavoro del comitato e di tutti i volontari. Ma vogliamo dare un segnale. Ci siamo».
Lontani gli anni in cui i romantici invocavano il numero chiuso. Si era visto nel 2018 con gli ingorghi sotto il ponte dei Tre Archi. Troppe le barche, ormai in minoranza quelle lagunari della voga alla veneta. Maggioranza ai kajak, alle canoe, alle barche straniere piuttosto di quelle veneziane.
Adesso l’appello è rivolto alle remiere di Venezia, Mestre e della provincia. Una partecipazione che avrà un significato simbolico più di sempre. Percorso immutato, 32 chilometri tra canali e barene della laguna Nord. Arrivo a Punta della Dogana, dopo essere rientrati attraverso il canale di Cannaregio e il Canal Grande. Niente premi, ma un attestato. Niente contatti, premiazioni, strette di mano sul palco all’arrivo alla Salute. Partecipanti attesi meno di un migliaio, un quinto di quelli delle ultime edizioni. Occasione per rimettere in acqua le ammiraglie della voga lagunare, rimaste in cantiere tutto l’inverno.
Così la disdotona della Querini, la quatordesona della Voga veneta Mestre, i gondoloni delle Generali, della Settemari, della Bucintoro. Le mascarete e i sandoli delle remiere cittadine, che hanno adesso ripreso l’attività dopo un inverno di stop. Vogalonga che non perde il suo richiamo delle origini. La riscoperta della laguna e la lotta al moto ondoso. Niente di più attuale del “turismo e della mobilità sostenibile”, della “transizione ecologica” che è uno dei simboli del nuovo governo e dell’Europa.
Cosa c’è di più ecologico della barca a remi? Emissioni zero, niente fumi e niente rumori. Buona Vogalonga a tutti. —
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