Vita nuova alla casa di riposo
Gli ospiti della Danielato non andranno più nell'ex ospedale

La casa di riposo Danielato che deve essere ampliata
CAVARZERE.
La casa di riposo Danielato si «separa» dall'ex ospedale. Il matrimonio, per la verità, non c'è mai stato, ma avrebbe dovuto esserci nelle intenzioni della precedente amministrazione comunale che aveva firmato con la Regione, l'Asl 14, la Cittadella socio sanitaria e la stessa Ipab Danielato, un protocollo d'intesa che prevedeva la ristrutturazione del vecchio nosocomio e il trasferimento in quei locali degli anziani dell'Ipab. Una convergenza che era, tra l'altro, politicamente «targata» Pdl, dato che questo era il partito del sindaco, del presidente del cda dell'Ipab (nominato dal sindaco) e pure il partito egemone in Regione (che controlla la Asl, che a sua volta controlla la Cittadella col 51% delle quote). Ma anche una convergenza che non aveva convinto gran parte della cittadinanza, e l'opposizione, oggi maggioranza, di centro sinistra. Nei giorni scorsi, il sindaco Henri Tommasi, aveva nominato il nuovo cda, visto che quello precedente era decaduto e ora ne fanno parte Mauro Contadin (Pd), Michel Ronchi (Sel), Gianni Franzoso (Alleanza per Cavarzere), Michele Bolzenaro (Fds) e Paolo Vallese (Cavarzere Domani). Le nomine avevano suscitato qualche tensione per il mancato inserimento nel cda di un esponente dell'opposizione. Per la verità c'era stato un approccio con la Lega che aveva portato un suo esponente, Marco Cecconello, sulla soglia del cda. Ma poi è mancato l'accordo politico e la maggioranza si è tenuta tutti i consiglieri, esattamente come aveva fatto la maggioranza precedente. Il nuovo cda si è insediato pochi giorni fa e, nella sua prima riunione, ha eletto il presidente, Contadin, la vice, Ronchi, e ritirato la sua adesione al protocollo d'intesa suddetto. Ora la ristrutturazione della casa di riposo dovrà procedere su altri binari, probabilmente quelli del progetto, già pronto, che poteva partire un paio di anni fa e che era stato bloccato da una difformità urbanistica (meno di 10 metri tra due edifici dello stesso Ipab) che si poteva sanare con una deroga del consiglio comunale a cui Parisotto aveva detto no. (d. deg.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video