Virus e clima che cambia Le nuove presenze in mare e nei canali lagunari

IL FENOMENO
Chiare e fresche acque di laguna. Che offrono sorprese di ogni tipo. I cambiamenti climatici. E adesso la pandemia, che costringe gli umani alla zona rossa. Ma risparmia l’ambiente assediato da motori e inquinamento. Così i silenzi e l’acqua pulita per la mancanza di barche, con i loto scarichi, rumori, vibrazioni, consentono di riscoprire una natura splendida. Era già successo l’anno scorso. Quando durante il lockdown si era assistito al ritorno di specie sparite, o all’invasione di gabbiani e uccelli selvatici in città. Fino ad avvistare un polpo in Canal Grande, a piazzale Roma.
Ieri sono stati visti i delfini. Entrati in laguna dal mare seguendo le seppie, che in questo periodo arrivano e depositano le uova. Stenelle, piccole e più agili dei tursiopi. Vengono dall’Adriatico meridionale. Trovano cibo e la giusta temperatura dell’acqua anche nel golfo di Venezia.
Da un po’ di giorni si sono fatti frequenti anche gli avvistamenti di Lecia gigante. La «Lessa», Lichia Amia, è un pesce azzurro che si trova anche in esemplari enormi, fino a 25-30 chili. Si moltiplicano le orate, per la gioia dei pescatori sportivi. Invadono i canali della città milioni di cefali, che trovano cibo anche nelle acque interne. Biologi e scienziati del Cnr e del Museo di Storia Naturale stanno studiando le segnalazioni, sempre più numerose.
Ha messo su casa in laguna e nell’area delle bocche di porto anche un grosso granchio azzurro. Il Callinectes sapidus, avvistato a Sottomarina per la prima volta un paio di anni fa. «Ma adesso le segnalazioni sono quasi quotidiane, è venuto ad abitare da noi», scherza il direttore del Museo di Storia Naturale Luca Mizzan. Una presenza nuova, niente affatto sgradita ai pescatori. Il granchio reale azzurro infatti si mangia al pari del suo cugino granchio poro, ha carne soda e saporita. Si mangiano anche le seppie con le loro uova. Tipo di mollusco di cui sono i ghiotti i gabbiani, oltre che gli umani. E anche i pesci più grandi e i delfini, richiamati in laguna dagli esemplari di seppie che vengono a deporre le uova. La presenza massiccia di seppie è testimoniata anche dalle numerose macchie nere che si vedono in questi giorni su rive e fondamente. I gabbiani le prendono al volo e le mangiano al momento. Senza l’osso, ma compreso il “nero”.
Non c’entra con la laguna deserta ma con il clima che cambia la presenza invece di Mnemiopsis leidyi, gelatina di dimensioni giganti segnalata numerosa soprattutto nelle isole vicine alle bocche di porto. Non è una medusa, ma uno ctenoforo chiamato anche noce di mare. Si vedono con la trasparenza e i colori anche a pelo d’acqua. La laguna che si è presa un “anno sabbatico” si rigenera e offre nuove specie e cibo abbondante per gli uccelli di laguna come cormorani, garzette, aironi, fenicotteri e financo l’Ibis del Nilo, avvistato in questi giorni. —
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