Violenta e minaccia con la pistola una amica, condannato a 5 anni

La ragazza, residente in provincia di Venezia, era ospite di un amico a Forlì con il fidanzato e dormiva quando è stata afferrata per i capelli e trascinata su un divano

Roberta De Rossi
Un’altra storia di violenza sulle donne in provincia di Venezia
Un’altra storia di violenza sulle donne in provincia di Venezia

L’inferno per lei si è scatenato all’improvviso, mentre stava dormendo nel letto insieme al suo compagno, ospiti di un amico dopo una serata trascorsa insieme. Ed è stato proprio il padrone di casa - un 32enne rumeno - che all’improvviso si è presentato in camera, l’ha afferrata per i capelli e l’ha trascinata sul divano, mettendole le mani al collo, spogliandola e cercando di violentarla.

Lei si è difesa con calci è pugni, è riuscita a tornare in camera, gridando e chiedendo aiuto al suo “fidanzato”, mentre questo per tutta risposta le ha detto - così ha testimoniato in aula - che l’altro «poteva fare quello che vuole perché è a casa sua».

Orrore su orrore, accompagnato dallo stato di alterazione per l’abuso di alcol e droga nella serata. E il padrone di casa, a quel punto, ha ripreso la ragazza per i capelli, le ha schiacciato la canna di una pistola (giocattolo, ma lei certo non poteva saperlo) così forte sulla tempia da ferirla, poi ha cercato in ogni modo di violentarla.

Ma ancora una volta lei - 21enne della provincia di Venezia in quel giorno che non dimenticherà mai - è però riuscita con tutte le sue forze a resistergli, a telefonare disperata alla madre e a chiedere aiuto ai carabinieri. La fronte tagliata dalla pressione dell’arma e una prognosi di 10 giorni.

È successo nell’agosto 2020, in provincia di Forlì, dove la giovane stava passando alcuni giorni in vacanza. Per la violenza sessuale e l’aggressione accompagnata da minacce, il Tribunale di Forlì aveva condannato l’imputato a 6 anni e 2 mesi e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. A difendere le ragioni della giovane, l’avvocato Pascale De Falco.

L’avvocato difensore Fabio Raffelli ha presentato appello e nei giorni scorsi la Corte di Bologna ha condannato nuovamente l’uomo, riconoscendogli solo le attenuanti generiche e riducendo così la pena a 5 anni e 2 mesi di reclusione, ma ribadendo il diritto al risarcimento danni alla giovane donna di 8 mila euro «per il patimento morale arrecatole. La rilevante sofferenza psicologica inflitta alla giovane a seguito delle violenze subite, è stata riscontrata dall’emozione con la quale a distanza di tempo ha rievocato l’esperienza vissuta», avevano scritto i giudici di primo grado.

Per la Corte d’Appello si è trattato di un’aggressione «sessuale particolarmente violenta e invasiva della sfera intima della vittima» e dimostrativa «dell’indole particolarmente violenta, spregiudicata e pericolosa» dell’imputato, «in un’azione certamente foriera di conseguenze traumatiche gravi per la vittima e superabili con difficoltà».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia