Vignole, la casa dove si arriva solo in barca

Il Comune promette. Ma la strada non arriva. Così un gruppo di abitanti in una villa rurale dell’isola delle Vignole resta isolato. A casa ci possono arrivare soltanto in barca, dal canale. Perché da anni un contenzioso legale li oppone a un vicino, che ha chiuso con cancello la parte del terreno di sua proprietà che mette in comunicazione la strada principale con quella di accesso alla villa. Una battaglia che l’architetto Emilio Trame combatte da anni. Adesso si è rivolto al Comune. «L’assessore Zaccariotto ci ha convocato più volte e ci ha promesso un intervento», dice, «ma i suoi uffici non hanno fatto nulla. E adesso la situazione peggiora. Per andare a casa mia devo andarci in barca. Perché per via terra non mi lasciano passare». Vero che una parte del terreno appartiene all’agricoltore vicino. Ma è anche vero che qualche anno fa Trame aveva coinvolto nel problema il Magistrato alle Acque, chiedendo il «riconoscimento della fascia di demanialità lungo il canale delle Vignole prospiciente la proprietà Boscolo- Grandin».
L’allora dirigente Fabio Riva aveva risposto che «esiste a parere dello scrivente una fascia di pertinenza demaniale da definire, necessaria alle attività di vigilanza e manutenzione da parte di questo istituto». Ma anche allora non se n’era fatto nulla. Assemblea dei cittadini per chiedere la strada. «Ci hanno detto che prima bisognava fare gli espropri», dice Trame, «una trafila infinita». E i residenti della villa non hanno ancora accesso all loro villa. «Una storia che va avanti da anni», continua l’architetto, «sembra incredibile eppure è così». Era cominciata con le baruffa, le urla e le minacce. Il vicino che chiude il cancello. «Questo è terreno mio, di qui non si passa», poi la reazione di Trame e dei suoi familiari, che avevano presentato una denuncia in procura. Ma sulla proprietà, la Corte d’Appello aveva dato ragione al vicino. Che fare? «Mi sono rivolto al Comune per chiedere come sia possibile che una casa non possa avere una strada per arrivarci», dice Trame. «Ma non è successo niente». Il risultato è una storia di burocrazia che dura da anni. E non è ancora finita. Domande, carteggi, rilievi.
Esposti reciproci. La strada pubblica delle Vignole termina alla chiesetta, mèta in estate di molti visitatori, soprattutto veneziani. Da lì in poi non si può più andare avanti. «Eppure», insiste Trame, «l’accesso alla riva dovrebbe essere pubblico. Comune e Provveditorato alle Opere pubbliche non possono non intervenire»,
Nei prossimi giorni, annunciano gli abitanti, la battaglia per l’accesso riprenderà. «Oggi», allarga le braccia l’architetto, «l’unico modo per andare a casa mia è arrivarci dall’acqua». (a.v.)
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