Victoria colpita a morte con 12 fendenti ha cercato di difendere i figli fino alla fine

CONCORDIA sagittaria
L’ha colpita per ben dodici volte, affondando prima i coltello e poi un punteruolo, sulla schiena, sull’addome e anche sul collo, fino ad ucciderla.
È stato un delitto brutale quello compiuto nella casa di via Pellico a Concordia Sagittaria da Moses Osagie, 42 anni. La moglie, Victoria Osagie, 34 anni, ha cercato di scappare, si è rifugiata nel piccolo cortile dove è stata raggiunta dai fendenti del marito, geloso e alterato dall’alcol.
Resasi conto di non avere più scampo, Victoria ha rivolto l’ultimo pensiero ai suoi figli. E ha cercato di risalire le scale dell’abitazione (lo testimoniano molte tracce di sangue) con lo scopo di fare da scudo ai ragazzini, perché temeva che il marito potesse uccidere anche loro; poi ha perso le forze ed è morta, in salotto. I tre bambini hanno assistito terrorizzati all’aggressione della madre e si sono rifugiati in una cameretta dove sono stati trovati sotto choc dai carabinieri, quando sono arrivati sul posto.
Erano da poco passate le sette di sera di sabato quando i carabinieri di Portogruaro sono giunti davanti alla casa della coppia nigeriana, chiamati dai vicini. «Ho sentito le urla dei bambini, erano terrorizzati», ha raccontato ieri Marco, un vicino di origini triestine, «ma non sono uscito». «Anche io ho chiamato i carabinieri, perché ho sentito le urla. Credevo fosse una lite normale, come altre avvenute in passato», gli ha fatto eco Guido Iannuccillo, un altro vicino.
I militari hanno trovato Moses in casa, non ha tentato di scappare. «L’uomo è stato fermato nell’immediatezza del delitto», ha confermato ieri mattina sul luogo del delitto il Procuratore capo della Procura di Pordenone, Raffaele Tito, «ha reso confessione, pur con qualche imprecisione, innanzi al pubblico ministero Carmelo Barbaro, prontamente intervenuto. Ora l’uomo è in stato di fermo e l’arresto verrà convalidato». L’accusa è di omicidio pluriaggravato. Moses è stato trasferito al carcere del Castello, a Pordenone, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il movente dell’ omicidio potrebbe essere individuato sia nella gelosia sia nel fatto che Victoria voleva denunciare il marito per maltrattamenti e chiedere la separazione. La donna alcuni mesi fa voleva sporgere denuncia ma poi ha cambiato idea. Nonostante il suo passo indietro il suo caso è stato inserito nel programma di protezione “Codice Rosso”, rivolto alle donne vittime di violenza, su interessamento dei vertici della compagnia carabinieri di Portogruaro. L’abitazione della coppia è stata costantemente monitorata. Un mese fa c’è stato un sopralluogo dei carabinieri, anche con i cani.
I bambini sono stati affidati a una comunità protetta ma verranno ascoltati presto dagli inquirenti con l’ausilio degli psicologi. Il caso è chiuso, ma alcuni punti vanno chiariti. Le armi del delitto sono state sequestrate assieme ad altri coltelli. Gli inquirenti nella modesta abitazione di due piani di via Pellico hanno individuato molte bottiglie di superalcolici, piene e vuote, e diverse scatole di psicofarmaci. La casa è sotto sequestro e tutto questo materiale verrà analizzato. —
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