Viale Garibaldi, il negozio solidale
Addobbi natalizi e idee regalo per aiutare gli anziani a Campalto

Accanto e sopra il negozio di viale Garibaldi
Luci di Natale, presepi, palline colorate. Idee regalo da far trovare sotto l'albero. Ha aperto ieri mattina in viale Garibaldi il negozio di don Armando Trevisiol, l'ultimo stratagemma del vulcanico ex parroco della chiesa di Carpenedo e delegato per la Pastorale del lutto, per finanziare il don Vecchi Quater in costruzione a Campalto. Il sacerdote si trasforma fino a Natale in commerciante. All'interno due volontarie, Adriana ed Elena, vendono un po' di tutto. In mostra ci sono portachiavi targati Gianfranco Ferrè, porta euro dell'Iceberg, portafogli, cinture. Pelletteria griffata proveniente anche da noti negozi della città, in vendita al modico prezzo di 5, 10, 20 euro. Un'occasione da non perdere, in effetti. Poi c'è l'offerta libera per il centro anziani. Gli amanti delle decorazioni natalizie possono dare sfogo alla propria creatività e spaziare tra palline di natale di ogni genere e dimensione, lampade da tavolo, oggettistica a tema. Moltissimi i quadri esposti alle pareti e ancora bambole da collezione. Ma anche, ad esempio, pratiche borse per laptop. Le persone entrano, danno un'occhiata, guardano i prezzi, chiedono consigli. Ieri pomeriggio il piccolo negozio non è rimasto neanche un attimo vuoto. C'era sempre qualcuno all'interno che prendeva in mano i capi e alla fine si portava a casa un presente abilmente impacchettato con carta natalizia dalle «commesse». Nessuno se ne va a mani vuote e senza aver aggiunto qualche euro in più per «la causa». Sopra un tavolino i ciclostilati che spiegano il fine del curioso «temporary shop» di don Armando: riuscire a racimolare fondi per ultimare il Don Vecchi e, perché no, guadagnarsi un angolo di pacifica vecchiaia. Il negozio si trova di fronte al centro analisi Flaming e sarà aperto per tutte le feste dalle 10 del mattino sino a mezzogiorno e nel pomeriggio dalle 14 alle 18.30, anche se l'orario è variabile e dipende un po' dai volontari. Don Trevisiol contava su un aiuto delle istituzioni, Comune, Provincia, Regione, che però finora non è arrivato, così ha deciso di ingegnarsi da solo. Prima con i «bond paradiso», poi con le lettere inviate ogni settimana a una lista di 20 persone scelta a caso dall'elenco telefonico. Nel frattempo l'edifico che ospiterà i 64 mini appartamenti è al terzo piano. (m.a.)
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