Via Garibaldi, ufficio postale ancora chiuso dopo 45 giorni

venezia. Uffici postali chiusi causa acqua alta. Dalla tragica notte del 12 novembre sono passati 45 giorni. Ma i servizi ancora non sono stati tutti ripristinati. «Dopo un mese e mezzo le poste di via Garibaldi sono ancora chiuse e non si sa se riapriranno», denunciano gli abitanti di Castello, «eppure farmacie, banche, negozi hanno riaperto dopo pochi giorni, nonostante i danni subiti. Chiediamo che il servizio pubblico venga ripristinato». Disagi, lamentele e polemiche. «Ufficio chiuso temporaneamente, ci scusiamo per il disagio», si legge nei volantini affissi sulle vetrine dell’ufficio postale, «stiamo lavorando per ripristinare quanto prima la normale operatività».
Ma la riapertura ancora non c’è. «La corrispondenza e i pacchi giacenti in questo ufficio», informa un secondo avviso, «saranno disponibili nell’ufficio di calle Priuli a Cannaregio». Praticamente dall’altro lato della città. Servizio sospeso in pratica per anziani e disabili.
Non basta. Perché gli uffici di Cannaregio, aperti pochi anni fa dopo la cessione del Fontego dei Tedeschi da parte dell’amministrazione postale alle società dei Benetton, hanno orari limitati. Chiusi il pomeriggio, aperti solo fino alle 13.25. Il sabato chiusura anticipata, alle 12.35.
Dunque per chi lavora diventa tutto un po’ complicato. Chiuso per le «pulizie dell’ acqua alta» pochi giorni fa anche l’ufficio postale dei Tre Ponti, dove in tanti si sono recati per ritirare le raccomandate giacenti. Altri giorni persi.
Restano le poste centrali. Un tempo al Fontego, oggi nel vicino piano terra di palazzo Faccanon nelle Mercerie di San Salvador. Lunghe file e code disciplinate. Ma per spedire una raccomandata o pagare un bollettino i tempi medi vanno intorno alla mezz’ora.
Una serie di numeri elettronici infinita che si accedono sul display. Ma gli sportelli aperti sono soltanto due o tre.
«Aspetto questa raccomandata da dieci giorni, mi hanno detto che si è persa per la regione», protesta un cliente.
Ma le proteste maggiori arrivano dai sestieri della città. progressivamente gli sportelli postali sono stati ridotti, anche per il calo della popolazione. Ma molte zone non sono affatto servite. «Vorremmo sapere», dice Claudio Pea, rappresentante del comitato degli abitanti di via Garibaldi, «per quale motivo gli sportelli non sono stati riattivati. Dall’acqua alta di quella notte sono passati 45 giorni. E in questo tempo tutte le attività colpite hano riperto. Perché non lo fanno anche le Poste?».
Progressivamente le Poste italiane, diventate «azienda» qualche anno, hanno deciso di ridurre gli orari e i dipendenti agli sportelli. L’attività adesso si indirizza anche verso quella finanziaria o bancaria, come un qualsiasi altro istituto di credito. E le attività «istituzionali» come i pacchi e le raccomandate ne risentono «Manderemo una protesta», dicono gli abitanti di Castello. «Si sono dimenticati di noi: oltre all’acqua alta anche la beffa». —
A.V.
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