«Via da Sant’Alvise con l’amarezza nel nostro cuore»

Suor Vanda, Maria, Lina e Sandra si raccontano alla vigilia dell’abbandono del complesso delle canossiane a Cannaregio
Di Nadia De Lazzari

Sempre in prima linea con i poveri e i giovani. La loro fondatrice, veronese, è Santa Maddalena di Canossa. Loro si chiamano Vanda, Maria, Lina, Sandra.

Le quattro religiose, figlie della carità, serve dei poveri, abitano nell’imponente complesso di Sant’Alvise nel sestiere di Cannaregio. In questi giorni c’è anche suor Giancarla che lascia il suo Istituto padovano e raggiunge le consorelle. «Prima dell’arrivo del freddo lasceremo questa nostra casa che è del Demanio e il nostro cuore» dice addolorato il gruppetto delle religiose «Siamo qui da 170 anni. Siamo consapevoli che bisogna saper distaccarsi dalle cose materiali. Siamo religiose sì ma anche donne».

Suor Vanda, la superiora, proviene da Noventa Padovana: «Ho ricordi bellissimi. I miei esempi di fede sono state le madri anziane, madri sante che lavoravano per il bene altrui». Suor Maria è nata a Sovramonte in provincia di Belluno. In questi giorni fa servizio in portineria. Il telefono squilla continuamente. All’ingresso è un via vai continuo di persone e di carretti: «Rassicuriamo tutti che non ci stanno derubando. Non c’è saccheggio in questa casa. La Casa generalizia ha dato disposizioni dettagliate. Stiamo donando oggetti di nostra proprietà ai sacerdoti delle vicine parrocchie, alle persone bisognose. Qualcosa abbiamo venduto e siamo consce del valore delle cose. Invece le parti fisse di pietra o di marmo rimarranno». Suor Lina è veneziana: «Il mio cognome è Menegazzi. Sono della Giudecca. La mia numerosa famiglia – eravamo otto fratelli perché così non si pagavano le tasse – abitava vicino alle suore Canossiane. Ho un fratello primario, un altro ha fondato case farmaceutiche in Perù e in Cile». La religiosa era un’insegnante: «Con i giovani sono stata 36 anni, due in questa scuola, poi a Feltre, Valdobbiadene, Fonzaso. Lascio l’Istituto con qualche lacrimuccia. Mi sposterò a Mestre. Là vive mia sorella Maria di 87 anni che verrà a trovarmi spesso». Suor Sandra è di Mirano: «Ha dedicato la sua vita ai bambini, ho insegnato in vari Istituti, anche a Cortina. Nel mio cuore porterò i ricordi vissuti in questa casa».

Tra questi un polacco. «È un senza fissa dimora» ricorda suor Lina «Una persona gentile. Ogni mattina si inginocchia davanti alla casa e alla chiesa, toglie le erbacce, poi si presenta alla porta ma non suona il campanello. Ci aspetta. Gli offriamo il caffè. Quest’uomo ci mancherà».

Suor Giancarla di Chioggia, insegnante, coordinatrice della scuola dell’infanzia, è part time: «Vengo qui il fine settimana per aiutare le mie consorelle. Mollo tutto e tutti. Ho nostalgia. Qui ho fatto il noviziato poi mi sono trasferita a Mestre dove ho proseguito negli studi. Sono ritornata qui in mezzo ai bambini e nella vicina parrocchia di Sant’Alvise a preparare i giovani».

Il parroco don Stefano Costantini guida la comunità da dieci anni: «Quando sono arrivato erano in venti. Due anni fa hanno chiuso la scuola materna. Mi auguro che subentri la Diocesi, così ci sarà continuità». All’Agenzia del Demanio spiegano: «Hanno chiesto un subentro. Sono interessati ad acquisire l’area a titolo gratuito per gli usi ecclesiastici. Si sta trattando con le suore e il Patriarcato di Venezia. A breve la decisione». Nel frattempo la parrocchia di Sant’Alvise sta preparando la festa di commiato. Domani alle 20.45 ci sarà la veglia di preghiera per le vocazioni; domenica alle 10 la messa solenne e alle 16.30 al teatrino delle suore la commedia veneziana “4 done in una casa” del gruppo teatrale “Su Il Sipario”.

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