Verso la fine del Ramadan, musulmani a caccia di spazi per la festa dell’Eid

La Comunità Islamica di Venezia e Provincia ha chiesto il parco di San Giuliano, che per la prima volta è stato negato per una concomitanza di eventi. La comunità bengalese pregherà al parco del Piraghetto.

Marta Artico
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, parco San Giuliano/ Festa per la fine del Ramadan
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, parco San Giuliano/ Festa per la fine del Ramadan

Sarà l’ultima settimana di digiuno, quella che si apre lunedì, per le migliaia di fedeli di Allah della provincia di Venezia, la maggior parte dei quali risiedono nel Comune.

La fine del mese sacro dovrebbe essere prevista tra il 28 e il 29 marzo e dunque la festa dell’Eid, la più importante del mondo islamico assieme alla festa del sacrificio, calendarizzata domenica 30 marzo.

La Comunità Islamica di Venezia e Provincia ha chiesto di poter usufruire del Parco di San Giuliano, come avvenuto in questi ultimi anni, chiedendo i due giorni, il 30 e il 31, in attesa di capire quando spunterà la prima falce di luna del mese nuovo. 

Ma il Comune ha però risposto che il 30 il parco è occupato per un’altra iniziativa. «Ci sembra strano» spiegano dalla Comunità che fa capo al Centro culturale di via Lazzarini e che riunisce musulmani di moltissime nazionalità «anche perché il parco di San Giuliano è talmente grande che ci potrebbe essere spazio per tutti, inoltre come  anche gli uffici sanno, noi ci troviamo molto presto, si tratta di due ore, dalle sette alle nove del mattino al massimo, poi il parco sarebbe libero». 

Una situazione ancora liquida, dunque, nonostante manchino pochi giorni.

Sono anche cambiate le modalità di richiesta degli spazi,che adesso va avanzata attraverso la piattaforma comunale. Una soluzione _ fa sapere il presidente della Comunità Islamica di Venezia e Provincia Sadmir Aliovsky _ sarebbe quella di poter ottenere il parco Emmer a Marghera. Anche se però è decentrato rispetto a Mestre.

La comunità bengalese pregherà invece al parco del Piraghetto, altro spazio che riunisce migliaia di musulmani durante le feste. E poi ancora in via Paganello, in via Linghindal, ad Altobello, in via Paolucci e in molti altri centri coperti. 

Nel frattempo, la  la Comunità Islamica di Venezia e Provincia, in collaborazione con il Granello di Senape, è riuscita a donare i datteri ai carcerati. «La Comunità ha fatto un gesto di solidarietà donando datteri e orari di preghiera ai 280 detenuti all'interno delle mura penitenziarie di Santa Maria Maggiore a Venezia» ha spiegato il presidente. «Questo gesto ha l'obiettivo di sostenere i detenuti musulmani, ma si fa anche un appello affinché ci venga permesso di entrare all'interno del carcere per fornire un'assistenza spirituale adeguata».

Prosegue: «L'intento è quello di contrastare la radicalizzazione che può nascere all'interno degli ambienti carcerari e, una volta fuori, accompagnare i detenuti nel loro reinserimento sociale».

Infine: «Ringrazio ancora una volta il Granello di Senape (Maria, Gianni, Liliana e tutto lo staff organizzativo) per il loro supporto, collaborazione, e impegno costante».

Grazie al sostegno dell’Ucoii, unione comunità islamiche d’Italia, la comunità veneziana che ha diverse persone formate proprio per questo, potrebbe essere tra le prime ad entrare nei carceri, a breve, sia di Padova che di Venezia.

 

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