Veneziani (famosi) per passione

Da Pipino a Cacciari, un libro su 294 residenti più o meno noti
Da sinistra il modellista navale Gilberto Penzo l’editore libraio e appassionato di storia veneta Franco Filippi e Tudi Sammartini «seminatrice di verde amore e speranza»
Da sinistra il modellista navale Gilberto Penzo l’editore libraio e appassionato di storia veneta Franco Filippi e Tudi Sammartini «seminatrice di verde amore e speranza»
 Dalla A di Agosti Montenaro di Serracapriola Durazzo e blablabla, che in due parole è il Principe Maurice, alla Z di Alvise Zorzi. Tra l'uno e l'altro le foto di 294 veneziani, alcuni storici, altri ben quotati, altri in ascesa, altri mai sentiti, ma tutti di solida schiatta lagunare, di quelli che vedi in calle, al mercato, sulla porta della bottega, davanti allo spritz, in libreria.  A metterli insieme, in una carrellata di immagini prese al volo e di discalie che li raccontano, sono stati il fotografo Alessandro Rizzardini, Alberto Fiorin e Sebastiano Giorgi (con l'introduzione di Tiziano Scarpa) che hanno raccolto questo pezzo molto umano di città nel libro «Veneziani (quasi) famosi» (LT2 editore), in uscita e in presentazione giovedì alle 18.30 alla Mondadori.  «L'idea di elaborare una sorta di repertorio sui veneziani ci è venuta pensando alla gente, comune e non, che abita e popola la nostra città e ne costituisce la linfa vitale - spiegano gli autori - Persone non per forza illustri ma spesso universalmente note per via del rapporto che ognuna di esse ha intessuto con il territorio cittadino».  Quindi c'è il «ciclo-farmacista e proprietario del contatore degli ultimi veneziani» Andrea Morelli, c'è «l'attore e affabulatore anche via Internet» Cesare Colonnese, c'è l'«eminenza della fotografia» Italo Zannier, il «modellista navale di fama mondiale» Gilberto Penzo, la «gondoliera de casada» Alexandra Hai, la «seminatrice di verde, amore e speranza» Tudi Sammartini.  Solo una ventina tra i 294 veneziani più o meno famosi hanno avuto il privilegio dell'approfondimento, e gli altri non se ne abbiano a male. Due pagine al «performer ambulante» Adriano Delon ma no ti gà'na casa ciò?, all'«artista multimediale» Fabrizio Plessi, al «mercante di colori, neroverde nel sangue» Mario Santini, alla «grafica e criticona» Michela Scibilia, all'«opinionista, scrittore, esperto d'arte (altrui)» Vincenzo Pipino, al «musicologo e giornalista» Bruno Tosi al «sognatore all'aria aperta» Gianantonio Gasparini «Mato Marea».  «Si tratta di persone che hanno offerto e aggiunto - nel loro piccolo e non sempre nell'ambito del loro settore lavorativo ma spesso per hobby, per passione, per spirito di volontariato, per amore - spessore e qualità alla vita cittadina, il più delle volte in silenzio e senza tanto clamore» spiegano ancora gli autori.  Ci sono anche esclusi famosi, compresi tutti i politici tranne quattro: l'«ex amministratore ed ex cestista della Virtus Murano» Michele Vianello», l'«ex assessora e maga dei fornelli» Mara Rumiz, il «fondatore di squadre di pallacanestro» Sandro Simionato e Massimo Cacciari, prima «tennista e ciclista» e poi «filosofo».  

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