Taglio dell’Irpef al ceto medio, un veneziano su tre avrà più soldi

La misura prevista dalla manovra del Governo Meloni, Adico critica: «Risparmio massimo di 36 euro al mese»

Mitia Chiarin
Taglio dell’Irpef al ceto medio, un veneziano su tre avrà più soldi
Taglio dell’Irpef al ceto medio, un veneziano su tre avrà più soldi

Oltre 180 mila veneziani potrebbero beneficiare della riduzione Irpef dal 1 gennaio 2026. La simulazione arriva dall’associazione dei consumatori Adico di Mestre che ha stimato (sulla base dei redditi degli ultimi anni) l’impatto della misura, prevista nella manovra licenziata dal consiglio dei ministri e che ora va al vaglio del Parlamento. Passibile, quindi, di ulteriori ritocchi.

La misura

Nella legge di bilancio 2026 il governo ha previsto di abbassare l’aliquota dal 35 al 33 per cento per la fascia di reddito compresa tra 28 mila e i 50 mila euro. Nella provincia di Venezia l’impatto interessa un veneziano su tre.

I contribuenti sono poco più di 653mila e 500. Nella fascia di redditi tra 26 e 55 mila euro si conteggiano poco più di 200 mila contribuenti. Da qui la stima di oltre 180 mila persone interessate dalla misura. Nel conteggio totale sono stimati anche i lavoratori autonomi.

Nei comuni

La percentuale più alta di contribuenti interessati alla riduzione Irpef si trova nel comune di Marcon dove la percentuale arriva quasi al 38 per cento. Seguono Salzano e Martellago sopra, di poco, il 36 per cento. Sopra il 35 per cento di redditi fino a 55 mila euro ci sono Spinea, Scorzè, Mirano. Le percentuali più basse a Caorle e Jesolo, Chioggia e Annone Veneto. Il capoluogo Venezia vede interessati più di 60.500 contribuenti. Uno su tre.

Le reazioni

La misura innesca un dibattito tra favorevoli e critici. «Siamo sempre favorevoli alla riduzione delle imposte», dice Siro Martin, presidente della Confartigianato di Venezia. «L’effetto sarà positivo ma non significativo. È un segnale dato al paese ma l’impatto pare limitato».

L’Adico di Mestre, che ha elaborato i dati, è critica: «La nostra associazione, sia tramite i dati Istat che attraverso i monitoraggi del Mimit (Ministero dell’impresa e del made in Italy), ha verificato che solo per il carrello della spesa questa estate si è pagato circa il 7% in più rispetto all’estate scorsa (su uno scontrino da 200 euro parliamo di circa 30 euro in più), e comunque dopo la bolla inflazionistica del 2022 i prezzi dei prodotti di prima necessita non sono mai scesi, anzi. Sono cresciuti, anche se non con le stesse percentuali di quel periodo, quando, però, si erano impennati pure in modo incontrollabile le tariffe di luce e gas. A questo punto, ci si chiede: ha davvero senso prevedere in manovra investimenti molto rilevanti per ottenere benefici pressoché ininfluenti? Dai numeri che sono emersi il beneficio del taglio Irpef consentirà un risparmio massimo di 36 euro al mese a fronte di un investimento molto impegnativo. Dunque ne valeva la pena?».

Secondo i dati della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, il beneficio si aggira in media fra 1,70 euro e 36,70 euro mensili, a seconda del reddito. Un range, che per l’Adico, «non può assolutamente aiutare i cittadini a salvare il proprio potere d’acquisto». In particolare gli anziani. In provincia di Venezia (fonte Spi Cgil) hanno la spesa media più alta del Veneto, pari a poco più di 86 euro al giorno e 1.630 euro al mese. I redditi da pensione nel Veneziano interessano quasi 221 mila persone.

L’Irpef media

Il centro studi Cgia di Mestre a settembre ha stimato che il reddito medio dichiarato dai residenti della città metropolitana di Venezia è di 25.498 euro con una Irpef media versata di 5.513 euro. Tremila euro in meno di Milano che ha i contribuenti più ricchi e più tassati d’Italia. Venezia è al 34esimo posto dopo Padova (15), Treviso (24), Vicenza (28).

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