Venezia, super hotel a Ca’ da Mosto. Intervento da 8,7 milioni

VENEZIA. Ca’ da Mosto, il più antico palazzo sul Canal Grande, diventerà un lussuoso albergo. Un grande hotel, dal momento che il cantiere che ha preso il via nei giorni scorsi non riguarda solo il prezioso edificio, ma anche l’attiguo Palazzo Dolfin.
Un intervento da 8,7 milioni di euro, che fa seguito all’opera di consolidamento e restauro da 3 milioni di euro - curata da Lares - che negli anni scorsi, ha risanato il complesso, che versava in gravi condizioni statiche.
Ca’ da Mosto e Ca’ Dolfin si apprestano così a diventare nel giro di un anno - 365 giorni l’ipotesi di durata dei lavori, sul cartello all’ingresso del cantiere - il trentesimo albergo con affaccio sul Canal Grande.
Al momento, però, non si hanno ancora notizie precise su chi sarà il gestore dell’hotel: a ristrutturare i due edifici è, infatti, l’immobiliare Noah Srl, con sede a Mestre, che ha fatto firmare clausole di riservatezza a professionisti e personale all’opera sul restauro, affidato alla romana impresa di costruzioni Enrico Pasqualucci, su ponteggi della vicentina Edilnoleggi Valente.
Il bell’edificio affacciato sul Canal Grande risale all’inizio del XIII secolo (pur se rimaneggiato nei secoli) ed è indicato dagli storici dell’architettura come uno degli esempi più antichi di casa-fondaco veneziana, con il suo portico per lo scarico-carico delle merci. Nel tempo è stato anche la dimora del famoso esploratore Alvise Cadamosto, che dal 1454 al 1462 fu in Portogallo al servizio di Enrico il Navigatore.
In una città in continua, straripante trasformazione turistica, il cambio di destinazione d’uso del complesso residenziale ad attività ricettivo-alberghiera, risale però a molti anni fa - precedente alla giunta Brugnaro - ed in qualche modo, in questo caso, è un ritorno al passato: dal Cinquecento a tutto il Settecento, infatti, il palazzo fu utilizzato come albergo, il “Leon Bianco”, uno dei più famosi di Venezia, fondato nel 1661. Ancora nell’Ottocento, John Ruskin lo descrisse come uno dei più “orginali e vigorosi” palazzi veneziani.
Rimasto vuoto per oltre trent’anni, nel 2012 il palazzo fu affidato dall’allora proprietà - la famiglia Camerino per un piano, e la famiglia Tegon per l’altro - alla ditta Lares, che ha curato il restauro delle facciate.
Ultimati i lavori, il palazzo è stato venduto alla nuova proprietà - la Noah srl, appunto - che ha presentato in Comune il progetto definitivo di ristrutturazione dell’immobile. Sulla carta, un hotel che vuole competere con il lusso a “7 stelle” dell’Aman. —
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