Nuove regole e pochi soldi, gite scolastiche a rischio nel veneziano: «Troppe responsabilità»
Sempre meno istituti scolastici organizzano viaggi di istruzione. «Ragazzi sempre più difficili da gestire diarie adeguate o non vale la pena»

Gite scolastiche a rischio nel Veneziano. I sindacati lanciano la protesta: «Un riconoscimento economico ai docenti accompagnatori, oppure tutti a casa».
Ad arrivare dritto al punto è Fabio Barina di Gilda Insegnanti che sottolinea l’enorme responsabilità dei prof che accompagnano le classi per più giorni, sia in Italia che all’estero.
Non solo, a questo si aggiungono anche le nuove regole dettate dal codice appalti, che complicano enormemente le cose per le scuole.
Sempre più responsabilità
Adolescenti sempre più burrascosi, che di notte vagano tra le stanze, il timore di alcol e sostanze nascoste nelle valigie, la mente che corre alle notizie di cronaca in cui le gite sono finite in tragedie: «Una responsabilità sempre più importante», aggiunge Barina, «che si può tradurre nella “culpa in vigilando” che ti obbliga a dimostrare che hai fatto tutto il possibile per evitare l’evento. Questo senza un minimo riconoscimento economico».
Di fatto, agli insegnanti che si rendono disponibili per portare i ragazzi in gita, la scuola paga la colazione e un pasto al giorno: troppo poco a detta di sindacati e professori, soprattutto considerando le enormi responsabilità che pesano sulle loro spalle.
«Chi si rende disponibile ad accompagnare gli studenti in uscita didattica», aggiunge Edina Kadic (Cgil Flc) spesso lo fa andando oltre il proprio orario di servizio e senza alcuna retribuzione aggiuntiva o possibilità di recuperare le ore in più svolte. È un problema che c’è da tempo».
Le nuove regole
A complicare il quadro delle gite scolastiche sono le nuove regole previste dal codice appalti.
Da quest’anno, le scuole possono gestire autonomamente le uscite il cui budget complessivo - pagato dalle famiglie - non superi i 140mila euro. Se la cifra diventa più alta, gli istituti devono affidare il budget ad agenzie esterne autorizzate, allungando tempi e burocrazia.
«Questa novità era prevedibile», commenta Luigi Zennaro, referente per la provincia di Venezia dell’Associazione nazionale dei presidi, «perché l’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) già nel 2023 si era fatta sentire, poi ci sono stati due anni di deroghe ma era chiaro che non sarebbero durate all’infinito».
Qualche scuola, previdente, aveva già messo le mani avanti, stringendo accordi con la stazione appaltante della Città Metropolitana ma, soprattutto nel caso dei comuni più piccoli, per Zennaro si apre un grande problema.
«Non tutti gli enti locali fanno appalti di questo tipo, e non senza compenso.
Pensiamo alla mia città, Chioggia, che ha tre scuole: non riuscirebbe a fare tutti gli appalti. Credo che le classiche gite di quinta superiore verranno meno».
La soluzione: lo spacchettamento
Come fare, allora, per restare nel budget? Le scuole sono costrette a «spacchettare» le varie tipologie di uscite didattiche, dagli stage ai soggiorni linguistici, in modo da riuscire a non superare la soglia dei 140 mila euro.
Una bella grana per le segreterie, già in affanno dall’enorme quantità di burocrazia che attanaglia gli istituti scolastici e dalla carenza di personale. In tutto il Veneto, quest’anno, su 795 posti vacanti come assistenti amministrativi, ne sono stati stabilizzati solo 223; sono stati poi immessi in ruolo 66 assistenti tecnici, a fronte di 335 posti, e solo 698 bidelli a fronte di un fabbisogno di 2.165.
Numeri esigui che si trovano ad avere a che fare con una mole di burocrazia immensa e in continua variazione, a colpi di circolari ministeriali.
Tra regole e inflazione
A mettere in crisi le gite scolastiche, però, non sono solo le nuove regole e nemmeno le proteste degli insegnanti che chiedono più riconoscimenti: il numero delle uscite didattiche, soprattutto dei soggiorni all’estero, in questi anni è già stato eroso dalla capacità di spesa sempre più stretta delle famiglie.
Per molte, infatti, il costo è troppo elevato per poter permettere il viaggio d’istruzione ai figli.
Spesso vengono in loro aiuto i fondi che la scuola mette a disposizione per aiutare chi ha delle difficoltà economiche, soldi che derivano dai contributi volontari che ogni famiglia versa a settembre, tuttavia sempre più ragazzi sono in una condizione di difficoltà e la coperta inizia ad essere corta.
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