Venezia, ruba un guanto prezioso da 210 mila euro e scappa

VENEZIA. Intrigo internazionale con furto all’Arsenio Lupin e un guanto ricamato con pietre preziose svanito nel nulla. Protagonisti un ricco ucraino presunto tale, la sua fidanzata lituana di vent’anni più giovane e un arabo. Il guanto in vendita in una gioielleria di New York vale oltre 210 mila euro. Sul furto indaga la polizia.
Il tutto si consuma tra il 20 e il 21 febbraio scorsi. Il fatto che i tre si ritrovino a Venezia è casuale e dipende da fatti fortuiti. Tutto inizia quando l’ucraino decide di mettere in vendita il guanto e lo pubblica su un sito internet. Tra le varie offerte che arrivano, la gran parte finiscono in nulla, alcune sono interessanti e valgono la pena di aprire la trattativa.
La coppia è disponibile a viaggiare e ad incontrarsi a metà strada con l’acquirente. Offerte arrivano dalla Germania, dall’Uzbekistan, dalla Spagna e dagli Emirati Arabi, Quest’ultima è la più credibile e quella che consente al proprietario del guanto di scambiare con il possibile acquirente alcune mail dove si discute di prezzo. Alla fine c’è un accordo di massima.
Questo è solo l’inizio dell’atto finale della compravendita. L’acquirente si finge un uomo d’affari arabo che è sempre in giro per l’Europa. Ciò comporta il fatto che non sia facile poterlo incontrare, magari nella stessa Ucraina o in Lituania. Offerente e compratore trovano un accordo. Si vedranno a Venezia nell’ultima settimana di Carnevale.
E guarda caso proprio mentre sta scoppiando l’emergenza coronavirus. Il primo incontro avviene in piazza San Marco, dove l’arabo vede da vicino il guanto tempestato di pietre preziose. Inizia la trattativa, ma l’ucraino ben presto capisce che c’è qualche cosa che non va.
Comincia a diffidare del possibile acquirente. A quel punto le trattative s’interrompono, anche se non vengono rotte completamente. I tre si salutano con l’impegno di risentirsi dopo qualche ora per vedere se si trova un accordo sul prezzo. L’arabo non è convinto di sborsare tutti gli oltre 210mila euro per il guanto. Alla fine si rivedono in piazzale Roma.
Qui parlottano per un po’, ma poi non trovano l’accordo. Si salutano e ognuno va per la propria strada. Solo che c’è un ma. Infatti è sparito il prezioso guanto. L’ucraino lo aveva messo in valigia tra gli effetti personali e l’ultimo a cui l’aveva mostrato era stato l’arabo.
A quel punto al derubato non è rimasto che chiamare il 113. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle volanti, Lo straniero ha raccontato l’accaduto e poi è tornato al suo paese. Per la polizia il racconto è credibile, anche perché ci sono dei riscontri a quanto messo a verbale dall’ucraino.
Naturalmente di questo furto con destrezza il maggiore imputato è l’arabo di cui non si conosce l’identità. Sulla vicenda ci sono diversi punti che sono tutt’altro che chiari. Le indagini non sono certo facili e iniziano dall’analisi dei filmati di videosorveglianza dei luoghi dove i tre si sono incontrati, L’unica speranza è che sia impresso anche il volto dell’arabo sospettato.
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