Venezia, rischio statico a Santo Stefano. «Non suonate le campane»

Il Patriarcato annuncia una «decisione cautelativa». La torre campanaria, alta 66 metri, ha problemi statici
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 02.10.2019.- Campanile di Santo Stefano.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 02.10.2019.- Campanile di Santo Stefano.

VENEZIA. Il campanile ha problemi statici, stop alle campane. Da qualche giorno a Santo Stefano la torre campanaria è stata «silenziata». «Decisione cautelativa», confermano in Curia, «per consentire approfondimenti sulla questione statica». Gli ultimi dati della commissione scientifica che si occupa della salute dei campanili veneziani (composta da ingegneri, soprintendenza, provveditorato e Curia) ha infatti verificato l’aggravarsi della situazione statica della torre campanaria, con i suoi 66 metri di altezza una delle più alte della città. Nei giorni scorsi al parroco di Santo Stefano è arrivata una lettera firmata dal vicario episcopale don Fabrizio Favaro, responsabile dell’Ufficio amministrativo e del patrimonio. Che comunica la risultanza degli ultimi studi. L’indicazione è adesso quella di sospendere subito il suono delle campane. «Anche per verificare», dicono i tecnici, «se senza le oscillazioni provocate dalle campane il fenomeno possa arrestarsi o consolidarsi».

Interpress\M.Tagliapietra Venezia 02.10.2019.- Campanile di Santo Stefano inclinato.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 02.10.2019.- Campanile di Santo Stefano inclinato.


Il campanile di Santo Stefano splendido esempio di torre campanaria del Tardo Rinascimento, è sotto osservazione da anni. La sua inclinazione rispetto al centro e la sporgenza alla base della loggia campanaria ha raggiunto anche i due metri , per lo scivolamento del grande masso d’appoggio alla base. Colpa del terreno cedevole dove venne costruito sei secoli fa. Che già aveva dato problemi nel passato. Nei primi anni del Novecento, dopo il trauma del crollo del vecchio campanile di San Marco, qualcuno ne aveva proposto la demolizione, riscontrando crepe e cedimenti sul tipo di quelli già visti a San Marco. Alla fine si decise per il restauro, affidato all’ingegnere Crescentino Caselli, avviato nel 1904.

E anche allora le campane vennero silenziate e il loro utilizzo temporaneamente sospeso.

Una provvisorietà che durò per anni. Tanto che si decise di costruire un piccolo campanile alternativo «a vela» sopra la sagrestia , ben visibile dal campo,

Una costruzione ideata dall’architetto Giovanni Sardi che come riferiscono i testi storici, porta ancora ben visibile la scritta originaria sulla trabeazione: « Donec major silet», cioè «Finchè il maggiore tace».

I parrocchiani preoccupati hanno segnalato il silenzio improvviso alla Curia. Sperano che non si tratti di una interruzione di lungo periodo.

«Non dovrebbe essere così», tranquillizzano in Curia. Ma intanto il campanile sarà sottoposto a una serie di controlli e rinforzi alla base. In particolare si dovrà verificare la consistenza del terreno di appoggio. Come anche in altri luoghi della città, fondata su fango e legno, terreno «morbido» e soggetto ad assestamenti nei secoli. La caratteristica di Venezia, che provoca però anche inclinazione dei palazzi sul loro asse originario e dei campanili.

«La palificata del campanile di S. Stefano è costituita da pali di ontano e pioppo che presentano un buono stato di conservazione e su alcuni elementi estratti è stato possibile eseguire prove di caratterizzazione meccanica con risultati soddisfacenti», si leggeva in una relazione dei tecnici risalente a dieci anni fa.

Poi sono stati compiuti alcuni interventi, ma non radicali come invece successo per il campanile dei Frari. Lo stato di salute precario di alcuni tra i più importanti campanili della città ha convinto poi a istituire la «commissione campanili». «Periodicamente verificano lo stato di salute delle torri», dicono in Curia. E adesso è arrivata questa indicazione. Non ci sono pericoli immediati. Ma la cautela consiglia di non aumentare le vibrazioni». Dunque, campane «silenziate». —


 

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