“Venezia Ricerche” raddoppia

Il Consorzio Venezia Ricerche non lascia, ma raddoppia. Contrariamente a quanto inizialmente deciso, il Comune manterrà la sua presenza all’interno dell’organismo di ricerca applicata, evitandone...

Il Consorzio Venezia Ricerche non lascia, ma raddoppia. Contrariamente a quanto inizialmente deciso, il Comune manterrà la sua presenza all’interno dell’organismo di ricerca applicata, evitandone così la possibile messa in liquidazione. Il Comune possiede attualmente il 7,5 per cento delle quote di Venezia Ricerche, pari a 36 mila euro. Le due università di Ca' Foscari e Iuav furono i primi "motori" oltre vent'anni fa dell'istituzione nata appunto per mettere in rapporto nell'area veneziana il mondo della ricerca con la galassia delle piccole e medie (oltre che grandi) imprese. La quota di maggioranza del Consorzio è attualmente detenuta dalla Syndial con circa il 14,5 per cento del "pacchetto" del fondo consortile. Intanto il Consorzio - riferisce una nota dell’Istituto - si conferma centro di eccellenza nel campo delle nanotecnologie applicate alla depurazione delle acque. In collaborazione con altri istituti di ricerca europei, Venezia Ricerche è stato chiamato nell’ambito del progetto europeo Nametech a sperimentare l’efficacia delle nanotecnologie e dei nano materiali nella depurazione delle acque reflue. L’obiettivo è dare piena attuazione alla direttiva europea concernente il trattamento delle acque reflue urbane.Le attività di ricerca del Consorzio sono tutte di natura applicativa.

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