Ai Murazzi la mobilitazione segna un punto: le demolizioni delle capannine sono sospese

Al Lido di Venezia stop agli abbattimenti almeno fino all’incontro con le autorità. Gli attivisti: «Ora una soluzione condivisa e di buon senso»

Eugenio Pendolini
Demolizioni sospese ai Murazzi al Lido
Demolizioni sospese ai Murazzi al Lido

La vittoria della mobilitazione cittadina. Le quasi diecimila firme raccolte, insieme alle partecipate manifestazioni in riva al mare, hanno portato ad un primo, importante risultato: le capannine dei Murazzi, almeno per ora, restano al loro posto.

Da lunedì scorso, gli operai del Cerchio arrivati ai Murazzi si sono limitati a raccogliere e smaltire le assi di legno delle capannine demolite.

Una quindicina, quelle abbattute la settimana scorsa.

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Negli ultimi giorni, in effetti, gli interventi più invasivi si sono fermati. E così sarà almeno fino all’incontro richiesto dal Comune di Venezia, tramite l’assessore Michele Zuin, al Prefetto Darco Pellos. Un tentativo di mediazione con le autorità competenti (carabinieri, Demanio, Questura e Capitaneria), frutto della sollevazione provocata dall’ordine di demolizione di strutture diventate un simbolo dell’isola del Lido, all’insegna del riutilizzo di materiali riciclati e della condivisione.

Il primo tempo di questa vicenda si chiude quindi con un punto a favore della protesta spontanea nata grazie al gruppo Murazzi Bene Comune, in grado di coinvolgere residenti di ogni età ed estrazione.

«Siamo riusciti, almeno per il momento, a bloccare l’abbattimento delle capannine lungo i Murazzi del Lido, in attesa delle prossime evoluzioni sulla questione da parte degli organi competenti», spiega Michele De Min, portavoce del gruppo, «questo risultato rappresenta per noi un primo passo importantissimo, frutto di un movimento ampio, trasversale e spontaneo che ha visto uniti studenti, famiglie, residenti, anziani, giovani, e che ha ricevuto sostegno politico da esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione».

Per gli organizzatori della mobilitazione, il risultato più importante è stata la creazione di un «dibattito che finalmente rimette al centro la partecipazione, la cura del bene comune e la difesa di uno spazio pubblico autenticamente vissuto».

Ora, però, bisognerà attendere l’incontro in Prefettura per capire se e come si riuscirà a salvare, stavolta per sempre, le capannine dei Murazzi.

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«Siamo fiduciosi che il buon senso e il dialogo possano portare a una soluzione giusta e condivisa», conclude De Min. Sulla vicenda, poi, pende anche la spada di Damocle dell’inchiesta condotta dalla Procura di Venezia nei confronti di un 29enne lidense, indagato per abuso edilizio dopo essere stato visto, nel febbraio scorso, mentre faceva manutenzione di alcune assi di legno.

Il dibattito sul futuro delle capannine ha interessato in maniera trasversale anche la politica cittadina.

Dopo le interrogazioni di Pd, Lega e Tutta la Città Insieme, il gruppo Terra e Acqua ha proposto modifiche alla variante al piano regolatore generale per l’isola del Lido, al piano particolareggiato dell’arenile e al regolamento per l’uso del Demanio Marittimo pur di salvare le tipiche strutture in legno, a patto di garantirne l’uso collettivo e la loro temporaneità (resterebbero quindi vietate le strutture in muratura).

Ieri, nel frattempo, sulla vicenda si è espresso anche Gabriele Michieletto, consigliere regionale della Lista Zaia: «Le capanne lungo i Murazzi sono da tempo un elemento caratteristico del Lido. Le regole vanno applicate con buon senso: gli abusi edilizi sono un’altra cosa. Sono certo, pertanto, che con un dialogo costruttivo si possa arrivare ad un risultato che tenga conto delle diverse esigenze. Intanto, viva le capannine dei Murazzi».

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