“Venezia Ricerche” a rischio
di Enrico Tantucci
MARGHERA
Il Consorzio Venezia Ricerche rischia di sparire e potrebbe essere «assorbito» dal Vega, il Parco scientifico e Tecnologico di Marghera, che è uno dei soci dell’organismo nato alla fine degli anni Ottanta proprio per mettere in rapporto le università veneziane - Ca’ Foscari e Iuav - e loro capacità di ricerca con il sistema delle piccole e medie imprese veneziane, che spesso non hanno la possibilità o la capacità di farla. Un percorso più che ventennale quello del Consorzio, in cui siedono tra i numerosi soci, oltre alle università veneziane e a Comune e Provincia e Cnr, anche grandi imprese come il Consorzio Venezia Nuova, Thetis, Insiel, Veritas, tra le altre e piccole e medie, come Arcadia Ricerche, Depuraque Servizi, Idra, Sinergeo, Venis. Un percorso che ora rischia di interrompersi, perché, per statuto, il Consorzio dovrebbe sciogliersi entro il 31 dicembre 2012, a meno che i soci non decidano di mantenerlo in vita. Proprio di questo si discute in queste settimane, come spiega anche il presidente del Consorzio Venezia Ricerche, il professor Antonio Marcomini, docente di Chimica a Ca’ Foscari: «Il 19 dicembre è in programma un Consiglio di amministrazione del Consorzio dove verrà proposta la sua proroga, e qualche settimana dopo, a gennaio, sarà l’Assemblea dei Soci a prendere una decisione in merito. Lo stato di salute del Consorzio Venezia Ricerche è buono, il bilancio in pareggio, a differenza, ad esempio, di quello del Parco Vega che anche quest’anno chiuderà con un passivo considerevole. Non vedo come si possa parlare di una possibile fusione del Consorzio in Vega, che proprio per i suoi problemi economici non sarebbe probabilmente in grado di assumere il nostro personale, fatto di ricercatori esperti che, in caso di scioglimento dell’organismo, continueranno a fare ricerca altrove».
La partita si gioca proprio adesso e il Vega, il cui direttore generale ora è l’ex vicesindaco della Giunta Cacciari, Michele Vianello, vuole comunque giocare un ruolo significativo in essa, visto che proprio la ricerca è uno dei settori su cui puntare per un rilancio comunque non semplice, visto che investimenti significativi, come quello sulle nanotecnologie non avrebbero dato finora i risultati sperati. La nuova sfida è quella di «Pandora», un edificio - richiamando il nome del pianeta ambientalmente “connesso” del film «Avatar» - in gran parte destinato a lavoratori “nomadi”, con mobilio in carta o plastica riciclata componibile di volta in volta in base alle esigenze. «Il Parco è un socio come gli altri – prosegue Marcomini – e potrà dunque esprimere il suo parere all’interno dell’Assemblea dei Soci. Personalmente siamo convinti che il Consorzio Venezia Ricerche abbia ancora una funzione significativa da svolgere e per questo proporremo al Consiglio di amministrazione la proroga delle sue attività, con un’indispensabile modifica dello statuto che lo consenta. La prospettiva è anzi quella di allargare il nostro campo di interesse ad altri tipi di imprese, come quelle che ora operano nel settore dell’energia, che finora non sono comprese tra quelle con cui abbiamo relazioni».
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